Non ha commesso il fatto. E’ un’assoluzione con formula piena, quella ottenuta da Alfonso Mercogliano, dirigente del Comune di Vasto, riguardo a una pratica urbanistica inerente a un terreno classificato in zona rossa, ossia ad elevato rischio di dissesto idrogeologico.
Lo ha stabilito ieri il Tribunale collegiale di Vasto, accogliendo la tesi della difesa, rappresentata dall’avvocato Alessandra Cappa. La vicenda ruotava attorno a una pratica edilizia di cui Mercogliano si era occupato negli anni in cui era dirigente del settore Urbanistica del Comune di Vasto.
Un privato cittadino aveva chiesto il cambio di classificazione del suo terreno, da zona rossa (ad elevato rischio frane, secondo il Pai, piano d’assetto idrogeologico della Regione Abruzzo), su cui non è possibile costruire, a zona bianca, sulla quale nvece si può edificare. “Mercogliano – spiega a Zonalocale.it l’avvocato Cappa – aveva trasmesso gli atti ai competenti uffici regionali accompagnandoli da una relazione. La controparte lo aveva denunciato, sostenendo che fosse invece necessaria una delibera della Giunta municipale. Un’affermazione che, in realtà, non aveva alcun riscontro nella normativa vigente. Per questo, il Tribunale collegiale”, composto dal presidente, Bruno Giangiacomo, e dai giudici a latere, Italo Radoccia e Fabrizio Pasquale, “ha statuito che non c’è stato alcun abuso da parte di Mercogliano, assolvendolo con la formula più ampia, prevista dal primo comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale, ossia perché il fatto non sussiste”.