Il 21 aprile, insieme ai suoi figli, dovrà lasciare la casa popolare di Punta Penna. Lei è Roberta Bontempo, ha 38 anni e quattro figli minorenni di 17, 15, 6 e 5 anni. “Per necessità, io con i figli ho occupato due anni fa questo alloggio, in via Pennaluce, al civico 5/C. Tramite l’avvocato Roberto Cinquina, abbiamo impugnato lo sfratto, vincendo la causa in primo grado, mentre in secondo il Tribunale collegiale ha emesso un’ordinanza di rilascio dell’appartamento. Io e mio marito siamo disoccupati, i familiari ci aiutano al sostentamento dei figli ai quali, grazie al sostegno dei parenti, non manca nulla. Ma non possiamo permetterci una casa. Abbiamo chiesto all’Ater un’assegnazione provvisoria, anche in considerazione del fatto che mio marito, che attualmente è ospitato da amici, è al 12° posto nella graduatoria” su un totale di 260 famiglie richiedenti.
“Ci dicono che dobbiamo lasciare casa perché è troppo grande ed è destinata a nuclei familiari più numerosi, ma un analogo alloggio è stato assegnato a una famiglia che di figli ne ha 3 e non 4 come noi. Mi rivolgo al sindaco: il mio bimbo di 5 anni soffre d’asma e io di stato ansioso, non possiamo permetterci l’affitto di una casa, né possono bastare a risolvere il problema 10 giorni in albergo o la sistemazione temporanea in una casa famiglia. Chiediamo una casa, abbiamo – sostiene Roberta Bontempo – i requisiti necessari a ottenerla”.