Almeno 34 morti, un Paese bloccato, allerta massima in tutta l’Europa. Le esplosioni che hanno sconvolto stamattina la capitale europea, Bruxelles, hanno fatto scattare le misure di sicurezza massime in tutto il continente; notizia di pochi minuti fa è quella del blocco anche dei treni Eurostar per Bruxelles.
Impossibili gli spostamenti all’interno della città belga: mezzi pubblici bloccati e divieto di circolare.
In questo forte clima di tensione abbiamo raggiunto telefonicamente l’eurodeputata vastese del Movimento 5 Stelle, Daniela Aiuto che ricostruisce la prima parte della mattinata:
“Prima di uscire di casa avevo appreso delle esplosioni in areoporto dai social e dai colleghi; ci siamo sincerati che nessuno di noi si trovasse lì. Sono uscita di casa e in quel momento ci sono state le esplosioni nelle fermate metro a ridosso del Parlamento.
Queste si sono verificate mentre percorrevo a piedi il tragitto tra casa e parlamento. Abito vicino, ma non avrei preso i mezzi pubblici perché temevamo accadesse qualcosa del genere“.
La situazione all’interno della massima istituzione europea è tesa con i lavori che continuano in un’atmosfera densa di nervosismo:
“Per entrare – continua la Aiuto – hanno controllato i documenti di tutti gli eurodeputati e subito dopo hanno chiuso tutti gli accessi. Si può solo uscire, ma restiamo qui perché non si può circolare in auto. C’è stata una comunicazione diramata della Farnesina con i numeri per contattare l’ambasciata e invitarci a non circolare e a restare fermi dove siamo, in albergo, casa o Parlamento. Restiamo qui perché non è possibile occupare le strade, innanzitutto per far muovere i mezzi di soccorso, e poi perché non sappiamo se gli attacchi sono conclusi.
La testimonianza di Cecilia Perrozzi, 28enne vastese che studia e lavora a Bruxelles [LEGGI]
La situazione è davvero surreale, ci sono attacchi di panico tra parlamentari e assistenti. Alcune commissioni sono state sospese, altre invece dov’erano in atto delle votazioni l’attività è continuata in un clima irreale, come se fuori non stesse accadendo niente.
Non si trova più un’auto a noleggio. L’allerta è 4 su 4 “Attacco in atto”, e c’è un controllo totale, tutti vengono fermati e controllati. Ci stiamo organizzando tra di noi, con chi ha le macchine, per rientrare il prima possibile in Italia. Tra oggi e domani tutto il Parlamento tra rappresentanti e dipendenti sarebbe rientrato nel proprio Paese per le vacanze pasquali.
Non abbiamo intenzione di prendere aerei e mezzi pubblici, rientreremo in Italia direttamente in auto. In questo momento anche l’aeroporto di Charleroi è bloccato; negli aerei già atterrati non fanno scendere i passeggeri, quelli che dovevano partire non partiranno. Se le esplosioni si fossero verificati ieri, avrebbero colpito gran parte dei parlamentari europei che tornano il lunedì”.
I tre figli della Aiuto sono già a Vasto, rientrati qualche giorno fa, nonostante il sollievo l’eurodeputata non nasconde l’angoscia:
“La mia unica tranquillità è che ho fatto in tempo a far rientrare i miei figli in Italia, al momento sono qui da sola; ho un minimo di serenità perché non dovranno affrontare questo viaggio. Sono comunque agitata perché spesso mi muovo con loro e il pensiero di aver fatto correre anche ai miei figli questo pericolo mi tormenta“.
Poi una riflessione sulla gestione dell’emergenza:
“Penso che le autorità belghe debbano farsi qualche domanda. Siamo continuamente sotto controllo, c’è una presenza massiccia di militari e polizia. È il quartiere più controllato del Belgio, eppure è stato possibile un doppio attentato sulle linee metropolitane più vicine al Parlamento.
Perché non sono state adottate le stesse misure di sicurezza impressionanti in occasione del consiglio straordinario? La stessa protezione per i capi di Stato dovrebbero essere adottata per cittadini e parlamentari.In questo momento non voglio essere polemica, ma c’è una notevole diversità di trattamento”.