Un nuovo modo per conoscere e studiare l’universo attraverso i risultati delle ricerche sulle onde gravitazionali, arrivati anche e soprattutto grazie al contributo degli studiosi italiani. È la conferma di quanto teorizzò Einstein cento anni fa e che ha visto l’impegno, con pazienza e sacrifici, di studiosi di tutto il mondo. Le onde gravitazionali esistono, sono osservabili e questo cambia radicalmente il modo con il quale in futuro potrà essere studiato l’universo. Per la fisica – e non spetta di certo a noi ribadirlo – è un risultato importantissimo, soprattutto perché oltre a confermare l’esistenza delle onde gravitazionali, è una prova diretta anche dell’esistenza dei buchi neri. Risultato, questo, arrivato grazie soprattutto alla collaborazione dei progetti Ligo e Virgo, con l’Italia partecipe con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
A lavorare a questo lunga ricerca anche una studiosa di Vasto, Angela Di Virgilio la quale ha avuto la possibilità in questi anni di essere al fianco di Adalberto Giazotto a partire dal 1985, dopo altre esperienze importanti: “Mentre ero ancora impegnata nell’esperimento CDF a FERMILAB– ci ha raccontato- mi è stato offerto di iniziare a lavorare con Adalberto Giazotto che a quei tempi aveva iniziato la sperimentazione su un tipo molto avanzato di sospensioni, per ridurre in modo molto drastico il rumore sismico (presente sempre negli apparati sperimentali sulla Terra). Ho iniziato a lavorare con Adalberto sullo sviluppo di queste sospensioni che quella volta erano assolutamente avveniristiche. Eravamo un gruppo molto piccolo, per cui veramente ho avuto modo di occuparmi di diversi aspetti. Ho costruito le prime sospensioni e i primi sensori. Nel frattempo è iniziata la collaborazione con la Francia (Alain Brillet) e abbiamo iniziato a scrivere proposal e lettere di intenti per la costruzione di un grande interferometro in Italia. Negli anni ‘90 finalmente Virgo e’ stato approvato.
Il mio lavoro per le onde gravitazionali è stato essenzialmente rivolto alle sospensioni e i suoi test. La misurazione più importante a questo riguardo è quella diretta di una risonanza chiamata ‘molla ottica’, dovuto all’imprigionamento della luce tra due specchi. Più avanti ho iniziato a lavorare su sistemi ottici chiamati ring-laser (laser ad anello), che sono sensori adatti a misurare le velocità angolari in modo assoluto (giroscopi ottici, sensori inerziali adoperati per la navigazione). Il mio interesse anche in questo caso è stato di spingere la sensibilità di questi strumenti fino a rivelare segnali molto piccoli. Nel 2010 ho installato uno di questi sensori nell’area centrale dell’antenna Virgo, che a quel tempo era in funzione, con questo apparato abbiamo anche rivelato l’onda sismica prodotta dal terremoto del Giappone nel 2011”.
Anche se i risultati di quest’ultima ricerca le avranno sicuramente dato grande soddisfazione, Angela Di Virgilio in questi quarant’anni ha avuto modo di lavorare a diversi progetti: “All’inizio della mia carriera ho lavorato all’esperimento CDF all’acceleratore di FERMILAB (Tevatron), che quella volta era il più potente acceleratore al mondo, ad energia più alta. Ho partecipato alla costruzione e messa a punto di una parte di questo grande rivelatore (i calorimetri). Più avanti CDF ha rivelato per la prima volta il Quark Top”. Poi, l’incontro con Adalberto Giazotto, l’ha messa davanti alla possibilità di dare il proprio contributo ad una grande ricerca la quale ha prodotto grandissimi risultati. “Negli anni ’80 e ‘90 – ci ha spiegato- sono nate le collaborazioni internazionali che hanno poi costruito i rivelatori Ligo e Virgo. Il progetto quella volta prevedeva di avere una banda utile alla rivelazione di circa 100Hz fino a 1000Hz. Questo per il problema del rumore sismico che e’ veramente molto alto a 10Hz. Adalberto ha puntato immediatamente al 10Hz e ha mostrato e ‘dimostrato’ che questa era una cosa fattibile. Il segnale visto il 14 settembre chiamato GW150914, non sarebbe stato visibile con un rivelatore senza delle sospensioni simili a quelle ideate da Adalberto.
A Pisa- dove abita da diversi anni- Angela Di Virgilio non ha il tempo di potersi godere un pò di riposo, perchè deve continuare la sua attività di ricercatrice: “Al momento sono responsabile di un progetto che costruisce ringlaser, giroscopi ottici, di altissima previsione. Ho costruito uno di questi giroscopi dentro il laboratorio nazionale del GranSasso, è un prototipo al momento, ma pensiamo di adoperarlo per studi geofisici, ma anche per misure di fisica fondamentale, cioè per la misura diretta e locale della curvatura dello spazio tempo. Il prototipo si chiama Gingerino ed è uno dei giroscopi più potenti al mondo”.