C’è già chi lo ha ridenominato “sacchetto 2.0” in altre parti d’Italia, ora si appresta ad arrrivare anche nel Vastese. Il consorzio intercomunale Civeta implementerà, in via sperimentale a Cupello, Casalbordino e Pollutri il sistema RFID per la raccolta del secco residuo: buste contenenti un microchip che permetteranno l’associazione utente – sacchetti. Il consorzio in questo modo punta a raggiungere elevati standard qualitativi dei materiali di recupero, responsabilizzare i cittadini e a imporre tributi proporzionali al rifiuto conferito.
Il sistema introduce così un elemento di premialità. Insomma, chi differenzia bene pagherà di meno, chi è abituato a buttare nelle buste un po’ di tutto nonostante la raccolta differenziata porta a porta, avrà una tariffa più alta. Con il sistema RFID, assicura il consorzio attualmente sotto commissariamento, sarà possibile individuare i contribuenti potenzialmente non in regola e “da investigare”.
COME FUNZIONA – Le buste del residuo avranno un “tag” riconosciuto dalle antenne presenti sui mezzi della raccolta “le quali invieranno, in tempo reale, i dati al lettore collocato all’interno della cabina. Le due antenne saranno collegate ad una centralina che effettuerà la lettura contemporanea di tutti i nuovi sacchetti introdotti e ne memorizzerà i rispettivi codici. Al rientro del mezzo in sede, i dati contenuti nella centralina verranno automaticamente scaricati nel server centrale, tramite WiFi, alla rete dati. Il server permetterà l’accostamento e il confronto dei dati raccolti nella fase iniziale con quelli della fase finale (data/ora/quantità/tipologia, ricezione e restituzione sacchetti). La metodologia garantirà la totale privacy dell’utente. Infatti, al sacchetto non sarà abbinato il nome dell’utente bensì un codice univoco. Pertanto, soltanto la persona preposta e previa autorizzazione, potrà accedere al server ed identificare nominalmente il codice richiesto”.
MIGLIORAMENTO DEL PRODOTTO – Tariffazione puntuale e tracciabilità delle buste sono state adottate già in altri comuni in Italia come Seveso [L’ARTICOLO DEL CORRIERE]. Qui in poco tempo la quota non riciclabile del secco residuo è scesa del 50%, mentre sono salite quelle relative alla differenzazione di carta, alluminio e umido.
Il Civeta assicura che in questo modo sarà possibile anche “migliorare la qualità dei prodotti riciclabili, ridurre il consumo dei sacchetti, incrementare le entrate con l’aumento della qualità dei rifiuti differenziati e con le sanzioni regolamentari per effetto degli efficaci accertamenti dei conferimenti illeciti, ottimizzare il servizio di raccolta (personale e mezzi) e applicare tributi in modo equo e proporzionale“.