Si fa caldo il clima della Canali in Val Sinello. Questa mattina le lavoratrici sono entrate in sciopero spontaneo per denunciare il concreto rischio della chiusura del sito produttivo.
Ieri nella sede vastese di Confindustria si è tenuto l’incontro tra la proprietà e i sindacati che non ha avuto esiti incoraggianti. La Canali ha due reparti produttivi: il Pantalonificio e la Gissi Confezioni (che realizza giacche) per un totale di 283 dipendenti, in grande maggioranza donne.
A preoccupare di più è il Pantalonificio (93 lavoratori) che già per qualche anno è stato interessato dall’applicazione dei contratti di solidarietà. Gli ammortizzatori sociali non sono bastati e come nelle parole di Giuseppe Rucci (Cgil), Massimiliano Recinella (Cisl) e Claudio Musacchio (Uil) “la situazione si sta facendo drammatica con l’ulteriore calo del venduto e la riforma degli ammortizzatori. Ci sarà la Cigo a zero ore per 13 settimane con scarse prospettive“.
Per il reparto che fa giacche, invece, “si registra un ennesimo calo a livello produttivo tale da determinare un ennesimo ricorso alla Cigo per 25 giorni. La situazione preoccupa in quanto contrariamente al passato, quando le difficoltà venivano equamente suddivise su tutti gli stabilimenti del gruppo, ad oggi e per l’ennesima volta Gissi viene coinvolta in modo pesante“.
“Oltre a sollecitare l’intervento delle istituzioni – continuano i sindacati – stiamo chiedendo con forza alla proprietà di trovare una soluzione al suo interno. Riteniamo che per il Pantalonificio lavorare anche su attivazione temporanea di part time a 20 ore settimanali possa essere per il breve periodo una soluzione. Si tratta di convincere la proprietà di spostare un po’ di lavoro dal Pantalonificio delle Marche a Gissi. È chiaro che il rischio concreto sia quello di penalizzare il sito di Gissi a vantaggio di altri territori. Non va dimenticato che questa ennesima crisi aziendale colpisce inesorabilmente la Valsinello già segnata da tantissime altre chiusure e potrebbe essere un colpo mortale per tutto il territorio. Nell’assemblea di questa mattina decideremo le azioni da intraprendere”.
Il timore concreto è che si ripeta la storia della vicina Golden Lady finita da tempo sotto silenzio. Nell’ottobre del 2013 i lavoratori dei due siti produttivi hanno sfilato insieme per denunciare la grave crisi occupazionale della Val Sinello [LEGGI], da allora la situazione sembra essere precipitata.