È del 14 gennario la sentenza della Corte di Cassazione che ha messo la parola fine a una lunga vicenda giudiziaria tra la Asl Lanciano-Vasto-Chieti e alcuni medici. Tema del contendere, le trattenute Irap che l’azienda aveva effettuato sui compensi corrisposti ai medici per l’esercizio della libera professione, facendo gravare sugli stessi la relativa imposta.
In primo grado il giudice aveva ritenuto corretto il comportamento della Asl, respingendo il ricorso dei medici. Nel 2010, in sede di Appello, però, la sentenza è stata riformata, con la dichiarazione di illegittimità delle trattenute “contese”.
Infine, a sei anni di distanza dal pronunciamento dell Corte d’Appello di L’Aquila, è arrivata anche la parola definitiva della Cassazione, a cui era ricorsa la Asl, contro la sentenza di secondo grado. La Suprema Corte ha riconosciuto definitivamente che il soggetto passivo dell’Irap è la Asl e la sua qualità di sostituto di imposta non può essere trasferita ai medici, essendo questi estranei al rapporto tributario.
Soddisfatto del risultato l’avvocato Luca Damiano del foro di Vasto, che si è occupato per lungo tempo della vicenda assistendo i medici ospedalieri: “La sentenza della Suprema Corte apre la strada a molteplici richieste di rimborso, per tutti i medici ospedalieri esercenti l’attività libero-professionale intramoenia, che per anni si sono visti applicare ingiuste trattenute sul loro compenso dalla Asl di appartenenza”.