Da dieci anni è alla guida di uno dei Comuni del Vastese che, nella prossima primavera, torneranno al voto. Carlo Moro, un passato dal presidente della Comunità Montana del Medio Vastese e una lunga militanza politica, primo cittadino di Lentella, è protagonista dell’appuntamento settimanale che Zonalocale dedica ai sindaci del territorio.
Per te questo è il decimo anno da sindaco che, in un piccolo Comune, è quasi come guidare una grande famiglia, ascoltando i tuoi concittadini, raccogliendo i loro problemi. Come hai vissuto questa esperienza?
Parto dal presupposto che fai politica e ti proponi per amministrare per scelta, perchè ti piace, non perchè te lo abbia imposto qualcuno. Mi piace questa quotidianità vissuta nel pensare ogni giorno ai problemi della gente. Visti i tempi che stiamo vivendo ci vuole una grande passione altrimenti diventa dura da affrontare. Se viene a mancare questa quotidianità credo che un po’ dispiaccia. Però è anche vero che non siamo eterni, c’è bisogno anche di cambio ma senza nessun tipo di problema.
Gestire la vita amministrativa nei piccoli Comuni è sempre più difficile, lo Stato taglia i trasferimenti, di problemi ce ne sono sempre di più. Dove si cercano le soluzioni per far andare avanti il paese?
Da 6-7 anni credo sia in atto un disegno per eliminare i piccoli Comuni. Anche l’ultima proposta di legge per ridurre gli attuali 8mila Comuni a poco più di 2mila va in quella direzione. Ritengo si stia facendo un errore storico. L’Italia è l’Italia dei Comuni e su questo non si discute. Chi fa queste proposte dimostra di non conoscere la nostra nazione. Come si fa a pensare di aggregare i Comuni facendo enti da 10mila abitanti sparsi in un territorio vastissimo? Lo Stato già tagliando i trasferimenti ha messo in atto un tentativo di eliminazione. Oggi siamo in grandissima difficoltà, abbiamo l’obbligo del pareggio di bilancio ed è una cosa impensabile. Dobbiamo combattere quotidianamente con tutto questo, molto spesso sono gli amministratori che ogni mattina aprono il Municipio perchè i dipendenti sono ridotti all’osso. Fare di tutt’erba un fascio è sbagliato: i Comuni grandi hanno bisogno di essere ridimensionati su alcune spese ma noi piccoli siamo già al minimo. Cosa dovremmo tagliare di più? Siamo arrivati a dover risparmiare sul gasolio dello scuolabus, sulla pubblica illuminazione. Negli anni è stata cavalcata la pancia dei cittadini dicendo che le comunità montane non servivano, che le Province non servivano. Oggi ci rendiamo conto che forse così non era. Quegli enti servivano a qualcosa, andavano rivisti, ridisegnati, ma la struttura doveva essere mantenuta. Ho sempre sostenuto che sarebbe stato giusto abolire le Regioni: sono centri di spesa, legiferano e quindi spesso vanno in contrasto con leggi nazionali. Devo dire, per onestà, che quest’ultima giunta regionale abruzzese sta cambiando un po’ rotta, con più attenzione verso i piccoli Comuni. Ma non basta. Ora si vuole l’accorpamento ma c’era la comunità montana che, da statuto, era un’unione dei Comuni. Bastava dire a quell’ente di non occuparsi più di opere pubbliche ma dei servizi per i Comuni. E poi la Provincia. Era l’ente più vicino al cittadino, c’era l’eletto del territorio che poteva rappresentare le istanze della sua gente. Si è detto che venivano abolite ma non è così, perchè esistono ancora ma non hanno più soldi per far nulla. È solo cambiato un sistema elettorale perché non si viene più eletti dai cittadini ma dagli amministratori.
Qual è allora la strada da seguire per continuare ad amministrare nelle piccole realtà facendo fronte a necessità che ci sono?
Le convenzioni su forma volontaria, o anche obbligatoria, che del resto già facciamo. Lentella ha il vigile urbano, il tecnico comunale, la segretaria in convenzione. Per tanti Comuni è già una realtà unirsi con i vicini per non spendere più soldi e mantenere servizi. E poi ricordo che, dove si è tentata l’unione dei Comuni, certificata dalla Corte dei Conti, questa è stato un fallimento perché si genera una spesa maggiore.
Lentella è in una posizione intermedia tra la costa e la parte montana del Vastese. Anche voi risentite del fenomeno dello spopolamento?
Grazie alla nostra posizione abbiamo subito lo spopolamento molto meno dei paesi che sono più all’interno. San Salvo e Vasto sono molto vicine, in cinque minuti di auto siamo nei luoghi dove ci sono i posti di lavoro e dove ora sono i servizi, visto che qui, per motivi economici, siamo costretti a tagliare. Il Comune avrà sempre meno entrate e cerchiamo di mantenere un servizi importanti, ad esempio la scuola materna. Quella elementare non c’è più per scelta da diversi anni. Avremmo dovuto fare le pluriclassi invece i nostri bambini, con 5 minuti di scuolabus, sono nella scuola di Fresagrandinaria dove si cono classi normali. È stata una scelta che ci ha dato ragione.
Il diritto all’istruzione è uno dei temi caldi nel Vastese. Ci sono più progetti di poli scolastici che hanno creato anche diverse fazioni tra i Comuni. Per te qual è la scelta migliore per la realizzazione del polo scolastico?
Dobbiamo superare il campanilismo. La nostra comunità, nel corso degli anni, ha superato una antica rivalità con Fresagrandinaria e oggi collaboriamo molto, abbiamo servizi in comune. Ma dobbiamo allargarci sul territorio. Credo che il polo scolastico sia indispensabile perché, facendo una proiezione dei numeri, nel giro di qualche anno tutti i Comuni avranno problemi a mantenere le scuole. Serve, invece, creare un polo scolastico dove si può fare il tempo pieno, dove si possono fare altri progetti, sportivi e non solo. Se guardassi solo alle esigenze di Lentella potremmo dire che per noi il problema non c’è perchè, se chiude la scuola di Fresa, possiamo spostarci a San Salvo. L’ubicazione a mio avviso più giusta è a Dogliola, in posizione baricentrica rispetto al territorio coinvolto: abbiamo fatto i conti e, solo con i primi Comuni che hanno sposato questo progetto, ci sarebbero oltre 400 studenti. Per uno studente, una volta sul bus, 5 minuti in più o in meno non fanno grande differenza. Quello che conta è poter raggiungere la fondovalle in maniera agevole. Oggi è quello il vero problema.
Proprio la viabilità è un altro dei temi importanti, forse il fondamentale, che ha fatto venir fuori l’animo battagliero dei lentellesi. Sin dai fatti che portarono all’eccidio nel 1950 [LEGGI], quando c’è da rivendicare un diritto qui vi ‘agitate’ molto. Volevi bloccare la Trignina e sei stato diffidato dal Prefetto, poi, insieme ad altri sindaci, avete bloccato la statale 16 [LEGGI]. È pensabile, ancora oggi, dover ricorrere a gesti eclatanti per veder riconosciuti dei diritti?
È assolutamente incomprensibile esser dovuti arrivare a quelle prese di posizione per farci ascoltare. La mobilità è un servizio essenziale, è un diritto dei cittadini. Se siamo arrivati a quel punto è perchè non ci ascoltavano. Sono anni che ci proviamo, però ci siamo resi conto che scrivere una lettera, andare a parlare, non dava la risoluzione dei problemi. Abbiamo fatto anche un tour con la stampa per mostrare la condizione delle strade del nostro territorio [LEGGI]. Qualcosa si è mosso, ma è possibile che bisogna arrivare a dei gesti eclatanti? Sapevamo che un blocco della statale 16 da parte di noi sindaci con la fasce tricolori era qualcosa di non contemplato dalla Costituzione ma dovevamo farci sentire. Sappiamo di aver creato dei disagi e ci scusiamo con i cittadini che si sono trovati in difficoltà ma non avevamo altro modo per farci ascoltare. Però davvero nel 2016 non è possibile dover ricorrere a questo.
Eppure tu e molti sindaci promotori di quell’iniziativa di protesta siete della stessa parte politica che amministra in Regione.
Noi siamo sindaci di tutti a prescindere dal colore politico. Che possa governare la destra o la sinistra noi dobbiamo lavorare per tutelare le nostre popolazioni. Se ricordi chiedemmo le dimissioni del presidente della provincia che alla fine avevamo eletto noi [LEGGI]. Questo è un messaggio chiaro: noi sindaci vogliamo fare ciò che è necessario a garantire i servizi essenziali ai nostri cittadini.
Lentella, nel Vastese, è un feudo della sinistra ormai da tanti anni e tra l’altro è l’unico dei piccoli comuni dove il Pd si è presentato con il suo simbolo e non con una lista civica.
Ormai è così da tanto. Nel 2006 andammo con il simbolo dell’Ulivo, 5 anni fa con quello del Pd. Qui c’è una tradizione che affonda le radici lontanissimo nel tempo. Nel 1978 ci fu la prima elezione di un sindaco di sinistra, Pierino Sciascia, lo zar, che tutti conoscevamo. Abbiamo uno spirito battagliero con delle radici molto profonde a sinistra. Per questo la scelta di presentarci alle elezioni con il simbolo politico che ci rappresenta è stata giusta.
Dopo una prima elezione con il 95%, nel 2011 la percentuale non è stata bulgara, segno che c’è una parte del paese che ha una visione diversa. Come vivi questo aspetto?
Ma è giusto che sia così. Nel 2006 non c’è stata una lista di minoranza e riconosco, in maniera molto onesta, che nei 5 anni di amministrazione non è stato il massimo della democrazia. È necessario avere un confronto a livello politico e amministrativo. Ma, tranne qualche caso, a Lentella le dinamiche nelle amministrative sono sempre molto diverse rispetto alle politiche o regionali, non c’è mai stato un divario elevato.
Lentella ospita sul suo territorio diverse realtà nel segno dell’accoglienza, due case famiglia e un centro per immigrati. Come sono viste dalla popolazione queste presenze?
Abbiamo una casa famiglia per minori, dopo la chiusura della scuola elementare, con uno stabile che sarebbe rimasto inutilizzato, abbiamo accolto la richiesta di una cooperativa per ubicarla lì. Ci sono anche una casa famiglia per donne incinte maltrattate e poi un centro di accoglienza per immigrati, gestito da un privato. Oggi, riscontro che il cittadino vede con più diffidenza queste situazioni perchè, purtroppo, i problemi quotidiani, la disoccupazione, le difficoltà sul lavoro, la situazione di famiglie che non riescono ad avere un reddito sufficiente, accentuano una diffidenza nei confronti di queste persone. Però, tutto sommato, Lentella è sempre stata accogliente e solidale nei confronti degli altri. Chi è venuto qui non è mai andato via portando un brutto ricordo.
Delle difficoltà abbiamo parlato. Ma un Comune come Lentella che strada può seguire per garantirsi un futuro?
Non possiamo più pensare di fondare la nostra economia sull’industrializzazione. L’industria c’è e dobbiamo cercare di mantenerla ma non può essere il futuro. Negli anni 70 e 80 è stato così, fino al 2005/2007 la Laterlite, realtà molto importante per la nostra comunità, dava molta occupazione, poi la crisi ha provocato un grosso ridimensionamento per le maestranze. Per lo sviluppo nel futuro bisogna guardare ad altri tipi di investimenti, come turismo e servizi.
In dieci anni da sindaco qual è l’emergenza che ti ha messo maggiormente in difficoltà?
Senza dubbio l’incendio del 2007. Ne ho un ricordo davvero brutto, mi sono reso conto che quando la natura si scatena sei davvero impotente. Quei giorni mi hanno messo alla prova, sono stati durissimi. È stata una brutta esperienza però anche quelle sono situazioni che ti aiutano a crescere.
Potresti ricandidarti per il terzo mandato. Ci sono però anche forze giovani (su tutti il vicesindato Marco Mancini e l’assessore Gianni Cordisco) che potrebbero fare questo passo. Avete già fatto questa scelta per le prossime elezioni amministrative?
Questa amministrazione ha lavorato molto, nonostante i problemi della crisi, la mancanza di finanziamenti. Abbiamo realizzato alcuni progetti interessanti come l’adeguamento della strada che ci collega con la fondovalle Trigno, possibile grazie agli 850mila euro dei 6.000 campanili. Per noi quella strada è importantissima e finalmente potrà essere sistemata come si deve. Abbiamo anche ristrutturato un’abitazione (con un finanziamento da 180mila euro), inserita nel progetto delle Vie dell’olio, che sarà utilizzata per attività promozionali-turistiche. Ci siamo dedicati alla manutenzione ordinaria e, su questo aspetto, sono d’accordo con il presidente D’Alfonso quando dice che sono cose che non si vedono ma sono le più importanti. Con questo mio secondo mandato che sta per terminare non posso non ringraziare tutti i miei collaboratori, la giunta, i consiglieri comunali di maggioranza. Sono stati bravissimi, mi hanno dato degli spunti, delle idee affinchè potessimo migliorare il nostro territorio e di questo sono contento. Non abbiamo ancora deciso chi sarà il candidato ma non avremo problemi. Con un pizzico di orgoglio porto dentro di me la consapevolezza che dopo di me non c’è il nulla. Abbiamo una squadra di amministratori in cui tutti sono in grado di poter assolvere a questo compito di primo cittadino: c’è chi ha già più di un’esperienza ed è consolidato ma anche quelli arrivati nell’ultima legislatura hanno fatto passi da gigante per poter svolgere questo ruolo. Lo spirito è quello della squadra e non del singolo, chiunque di noi farà il sindaco non avrà problemi.
Hai già la certezza che sarete di nuovo voi a vincere?
In effetti nelle elezioni non si può mai dire cosa accadrà, sono i cittadini a scegliere. Ma noi abbiamo la fortuna di militare in un partito forte che ci ha aiutato molto. Il direttivo del Pd ha sempre sostenuto l’amministrazione. Ripeto, la cosa che mi lascia maggiormente soddisfatto è che si è formata una squadra di amministratori in grado di poter svolgere questo ruolo. Qualcuno ha già ruoli che vanno oltre la dimensione comunale. Se sarò io il candidato o un altro non ci saranno problemi.
La scheda di Carlo Moro
Nato: 22/11/1962
Stato civile: coniugato
Risiede a: Lentella
Professione: operaio
Sindaco dal 28/5/2006
Schieramento di elezione: Partito Democratico
Precedenti incarichi istituzionali: Dal 1997 al 2006 consigliere comunale (1997-1999 assessore) di Lentella, 2001/2006 assessore del comune di Lentella, 2008-2009 presidente Comunità montana Medio Vastese
Numero residenti Comune: 698
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