La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il referendum sulle trivelle: il quesito riguarda la durata delle autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti già rilasciate. A proporlo sono nove Consigli regionali. Questo stesso quesito era già stato dichiarato ammissibile dalla Cassazione. Ma il governo starebbe già pensando a contromosse: una selettiva modifica al decreto Sblocca Italia sulla durata delle trivellazioni.
La battaglia che, dopo il dietrofront dell’Abruzzo, vede schierate 9 Regioni e idealmente i comitati No-Triv, investe le disposizioni sulle attività di ricerca e sfruttamento degli idrocarburi in mare. In origine i referendum erano 6 e il 27 novembre la Cassazione diede il via libera. Un fuoco di fila di fronte al quale il governo è intervenuto con una serie di modifiche nella legge di Stabilità, stabilendo anche il divieto di trivellazioni entro le 12 miglia marine. La Cassazione è tornata quindi a pronunciarsi l’8 gennaio e, alla luce della legge di Stabilità, ha chiuso i giochi per 5 quesiti. Ma un referendum, centrale, è sopravvissuto: quello sulla durata dei titoli per sfruttare i giacimenti lì dove le autorizzazioni siano già state rilasciate. Un termine che la norma collega alla “durata della vita utile del giacimento”.
“Tre quesiti erano stati superati in senso positivo dalle nuove norme poste in Legge di Stabilità, due andranno di fronte alla Corte per il conflitto di attribuzione, uno è passato: al momento il fronte referendario è sul 4-2 con Renzi”. Lo afferma soddisfatto il costituzionalista di riferimento delle Regioni, Enzo Di Salvatore, colui che ha materialmente scritto i quesiti, dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato ammissibile il referendum sulla durata delle autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti già rilasciate. ”Il Governo voleva far saltare i referendum per non sovrapporli alle amministrative, visto che i sondaggi davano la vittoria anti trivelle al 67% – prosegue Di Salvatore, professore di diritto costituzionale all’Università di Teramo – Ora restano in piedi i quesiti su Piano Aree e durata titoli: secondo me la Corte Costituzionale dichiarerà ok anche gli altri due, quindi se il Governo non vuole i referendum, dovrà modificare la legge anche stavolta a nostro favore”.
ANSA