“Il governo riveda le decisioni del documento di stabilità che penalizzano i piccoli ospedali”. Lo ha chiesto Maria Amato, parlamentare del Pd, nella discussione in Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati sul documento di stabilità per la parte che riguarda la sanità. In un comma dell’articolo che riguarda le Asl viene introdotta una disposizione “in cui si da il potere al Ministero della Salute di chiudere i piccoli ospedali che abbiano problemi di bilancio”.
Maria Amato, “indignata da così poca attenzione alla equità e soprattutto al rispetto del diritto costituzionale alla salute, in risposta a tale mancanza di sensibilità nei confronti della domanda di salute, ad esempio dei centri montani delle aree disagiate”, ha ribadito l’inopportunità di tale direttiva. La parlamentare vastese ha posto alcuni quesiti ai suoi colleghi della commissione, trovando “l’appoggio della capogruppo in commissione Donata Lenzi e la condivisione delle mie preoccupazioni fino alla presa in carico della possibile soluzione del problema: ovvero far in modo che il comma dell’articolo in questione venga giustamente rivalutato”.
Questi i quesiti posti da Maria Amato in commissione:
“- quali piccoli ospedali hanno un bilancio a sé, non la tabella di quanto costano, ma un bilancio vero?
– ve lo volete mettere in testa che i servizi nelle aree interne vanno riorganizzati, rimodulati, commisurati ma non possono sparire, anche se costano di più perché sono la contropartita per la gente che per affezione e caparbietà resta legata a territori difficili e fa un servizio per tutti noi?
– le regioni a che servono? A che servono i Commissari di governo se non sono capaci di pianificare e realizzare un modello di sanità equo, efficiente ed efficace e contemporaneamente sostenibile?
– da una parte diciamo che vogliamo superare il fallimentare modello bocconiano per cui tutte le scelte si riportano ai quadri di bilancio e invece ci siamo ancora imprigionati?
-finchè parliamo di sicurezza ok ma non mi parlate di bilancio e piccoli ospedali altrimenti vi ricordo che i drg delle cliniche universitari costano molto di più e non sempre sono eccellenza”.