È Tufillo la terza tappa del nostro viaggio per incontrare i sindaci del territorio. Da nove anni e mezzo è Marco Monaco il primo cittadino del paese che si affaccia sulla vallata del Trigno. Anche a lui abbiamo chiesto “E il sindaco…che fa?”.
Perché hai deciso di candidarti come sindaco?
Penso che ognuno di noi deve darsi da fare per il luogo in cui vive, per la sua comunità. Ho iniziato la mia esperienza con la Pro Loco e con la società sportiva, poi sono stato consigliere comunale, assessore e infine ho deciso di candidarmi come sindaco. L’ho fatto perché qui ci vivo e ho ritenuto opportuno dedicare una parte del mio tempo, sottraendolo alla mia vita personale e alla mia famiglia, alla collettività cercando di fare qualcosa di buono. Come tanti altri colleghi si ricopre questo ruolo amministrativo per volontariato, per mia decisione ho deciso di tagliare il 75% dell’indennità prevista per il sindaco.
Una delle criticità dei Comuni è quello della mancanza di fondi, con una drastica riduzione di trasferimenti da parte dello Stato che vi crea molte difficoltà. Come fate a portare avanti la vita del Comune?
I tagli ci sono stati in modo progressivo in questi anni. Dal punto di vista amministrativo nel 2012 ho vissuto un momento difficoltoso. È stato un periodo disastroso, per il taglio dei fondi e la riorganizzazione della macchina amministrativa a tutti i livelli. Abbiamo anche fatto un autobus di sindaci provenienti da tutta Italia per andare a protestare direttamente davanti a palazzo Chigi contro tutti i previsti dal governo Monti per le amministrazioni locali. Oggi è sempre più difficile trovare risorse e, nel momento in cui non arrivano più dallo Stato, in qualche modo bisogna trovare delle alternative. Ma non ci sono alternative, anche semplicemente per coprire i costi dei servizi ai cittadini. È sempre più difficile e anche Tufillo, come tanti Comuni, ha risentito dei tagli dei trasferimenti statali.
Con pochi fondi bisogna cercare di dare dei servizi a fasce di popolazione differenti tra loro e quindi con differenti esigenze, istruzione per i più giovani, la necessità di spostarsi per studio o per lavoro, il diritto alla salute. Come fate a conciliare tutto?
Ormai qui a Tufillo le scuole non ci sono più dal ’90 e siamo aggregati al polo scolastico di Palmoli che comprende anche Dogliola e Carunchio. La nostra popolazione è per la maggior parte anziana, quindi cerchiamo in qualche modo di destinare, quanto più possibile, fondi al sociale. Si cerca in qualche modo di dare opportunità, di stanziare dei fondi sul bilancio anche per i giovani. Con grosse difficoltà continuiamo a sostenere l’associazione sportiva, la banda, costituita due anni fa, la Pro Loco. In generale cerchiamo di aiutare chi si impegna per la collettività. Credo sia questo il compito principale delle amministrazioni, fare di tutto per non fare andare via le persone da questi posti. Poi, altro tema, c’è la necessità di spostarsi per avere facile accesso ai servizi pubblici. Ce ne sono pochissimi e bisogna fare i conti con le strade ridotte in condizioni disastrate, soprattutto nel medio-alto Vastese, anche dopo gli eventi dello scorso marzo che hanno messo a dura prova questo territorio.
Vivi in prima persona, dovendoti spostare ogni giorno a San Salvo per lavoro, le difficoltà di una viabilità al collasso. Si parla sempre di interventi, anche perchè una rete stradale funzionante è alla base di tante altre cose, ma in concreto sembra si faccia poco. Perchè il problema non viene affrontato con concretezza una volta per tutte?
Credo che la scelta di abbandonare questi paesini dell’interno risponda a diversi fattori. Negli anni 70 si pensava che facendo una strada come la Trignina e poi tutte le strade di collegamento si potesse in qualche modo tamponare l’emorragia di residenti, ma così non è stato. L’altra questione è una caratteristica tutta italiana, cioè non prendere provvedimenti per la mitigazione del dissesto idrogeologico, è una cosa diffusa un po’ in tutta la penisola. E poi ciò che sta continuando ad accadere nella ripartizione dei fondi. Secondo me il presidente della Regione Abruzzo ha confuso i due termini, la classificazione con la funzione. Suggerisco di rivederli perchè è importante riuscire a dar loro la giusta valenza. Ad oggi risulta che (dopo le calamità dello scorso marzo) sono state finanziate diverse strade provinciali perchè vale la classificazione, mentre si dimenticano le strade comunali, inserite come viabilità minore, senza capire la funzione che hanno alcune strade, come nel caso di Tufillo e di altre realtà. La funzione è importante, la nostra strada comunale è l’unica che ci permette di accedere ai servizi ma ci sono due frane che non sono state prese in considerazione per lo stanziamento dei fondi. La ricetta per affrontare il problema è quella di capire, di vivere il territorio e ascoltare le esigenze di chi qui ci vive. Abbiamo le idee chiare su quello che vogliamo fare ma non siamo ascoltati. Abbiamo fatto più incontri, presentando proposte su viabilità, trasporti e turismo. Le idee le abbiamo e se vengono portate avanti il territorio non può avere che benefici. Non ci devono essere degli stravolgimenti ma delle considerazioni semplici che portano innanzitutto alla valorizzazione del territorio, poi alle infrastrutture e a una buona prevenzione per la mitigazione del dissesto idrogeologico.
Avete avviato un progetto di unione tra i comuni delle due sponde del Trigno in chiave turistica che avete presentato anche alla Bit. Sta funzionando il progetto?
L’idea è quella di portare avanti un marketing territoriale mirato, offrendo il territorio diversificando l’offerta al turista tra la costa e l’interno. Qui c’è un’offerta turistica dalla costa e diversa, direi, dal resto del mondo. Racconto un aneddoto successo alla Bit. Un visitatore, nel vedere il manifesto del progetto Trigno con tutte le foto dei nostri paesaggi, ci ha chiesto dove si trovassero quei luoghi. Provando a indovinare disse “sicuramente è nord. Siete in Liguria”. Quella persona, nel guardare i nostri paesaggi, li ha posizionati a livello di un territorio che già da decenni è più sviluppato del nostro. Questo per dire che le potenzialità di sviluppo le abbiamo. Dopo la Bit i contatti sono tantissimi ma ora questo interesse deve essere seguito dalla costruzione di una rete tra i vari operatori che possa in qualche modo formulare un’offerta, un pacchetto, da poter essere esportato, con l’azione da parte dei privati. Abbiamo anche presentato questa iniziativa ad Expo, a Casa Abruzzo, con un collegamento in streaming tra tutti i paesi. Adesso bisogna agire con fatti concreti.
A maggio 2016 terminerai il tuo secondo mandato. Qual è stato il momento più difficile da affrontare in questi dieci anni?
In generale fare il sindaco è veramente una grande responsabilità ed un peso non indifferente da portare avanti. Nei piccoli Comuni sembrerebbe che la cosa possa essere più sopportabile ma non è così. La grossa difficoltà, come ho già detto, è stata nel 2012, con le riforme di Monti. Si è perso molto dal punto di vista dei riferimenti politici e amministrativi.
E come emergenza legata agli eventi atmosferici qual è stata la peggiore?
La difficoltà degli eventi del 5-6 marzo sono state davvero una dura prova. Non avevo mai vissuto un’esperienza del genere. Si sono sommate neve, frane e mancanza di energia elettrica. Per gli amministratori chiamati a dare supporto ai cittadini è stata davvero durissima.
Hai la tua attività lavorativa a San Salvo. Perchè resti qui a Tufillo e non hai pensato di trasferirti sulla costa?
Ritengo che per un percorso che, tutto sommato, non è così lungo, non valga la pena rinunciare a quello che trovo qui a Tufillo, calma e tranquillità che non puoi acquistare o trovare da altre parti. Ho fatto una scelta di vita perché ho la mia famiglia qui, la famiglia di mia moglie qui e anche gli amici dei miei figli sono qui. Con una viabilità e mezzi pubblici adeguati questa distanza dai centri più grandi sarebbe pari a zero. A volte, parlando con contatti di lavoro, sento dire che loro, per arrivare al posto di lavoro, impiegano un’ora ogni giorno. La differenza è che lì hanno dei servizi per spostarsi in modo facile. Ecco cosa è necessario in queste zone, aumentare i servizi per migliorare la qualità della vita. E, a questo punto, si potrebbe fermare anche l’emorragia verso la valle.
Fermare l’emorragia o fare il processo inverno, tornando ad attirare qualcuno che venga ad abitare qui. Con le azioni che secondo te andrebbero messe in campo per l’entroterra si potrebbe davvero innescare il processo inverso di far tornare gente ad abitare nelle aree interne?
Qualcuno ha fatto questa esperienza, di spostarsi giù e poi tornare a Tufillo, ma è veramente raro e da ammirare. Se dovessero migliorare i servizi, la viabilità, offrire dei servizi come la scuola, si potrebbero far restare le persone qui sul territorio, unitamente ad uno sviluppo turistico. Credo che questa sia la ricetta delle aree interne affinchè ci possa essere questo miracolo di riportare indietro le persone.
Tra gli argomenti “caldi” di questo periodo c’è quello dei poli scolastici. Le idee sembrano non essere ancora del tutto chiare. Per voi quale soluzione dovrebbe essere attuata?
Ci sono in campo 3 idee. Uno è il polo a Canneto, l’altro a Dogliola, proposto dalla Regione con i fondi della Buona Scuola del governo Renzi. Il terzo è un progetto delle aree interne, che ho sottoscritto anche io, che prevede una posizione più baricentrica rispetto ai comuni da coinvolgere. L’ho detto anche in una recente riunione, spostare troppo la scuola verso la costa significa in qualche modo non favorire l’area interna. L’ipotesi era di riprendere le basi di un vecchio progetto per un complesso sportivo tra i comuni di Tufillo, Palmoli e Carunchio nella zona di Mondola. Quella potrebbe essere una buona localizzazione perché permette anche ad altri paesi come Torrebruna, Celenza e altri, magari coinvolgendo anche quelli del Molise, di raggiungere la scuola. Nel proporre questa soluzione guardo al principio di coinvolgere il maggior numero di Comuni possibili avendo una visione di lunga prospettiva.
Un altro tema molto attuale è quello della sicurezza. Di episodi ce ne sono stati tanti nell’entroterra. Come sindaco ti sari trovato a doverti confrontare con i cittadini preoccupati in particolare dai furti in abitazione.
Anche Tufillo non è stato immune dalla raffica di furti che ci sono stati in giro. Per fortuna i colpi messi a segno non hanno avuto bottini ingenti, alcuni tentativi sono stati sventati dai cittadini. Proprio in quella settimana ero all’estero per lavoro ma ero costantemente in contatto con gli altri amministratori e, appena rientrato, ho subito incontrato un comitato che si era creato spontaneamente per mettere in campo determinate attività. È doveroso dare risposte ai cittadini di fronte a una situazione che non si è mai verificata sul territorio ma, anche per me, è molto complicato. Per questo ho pensato di coinvolgere tutte le componenti dell’amministrazione, sia maggioranza che opposizione, in un vertice che abbiamo fatto a Vasto con il maggiore dei carabinieri Vitiello, per avere consigli da loro su come comportarci. Abbiamo chiesto qualche posto di blocco in più e fissato dei punti di riferimento, anche su come allertare, perché a volte è capitato che, all’avvistamento del ladro, uno si metta a fare la caccia all’uomo piuttosto che avvisare i carabinieri. Si sono costituiti dei comitati che hanno fatto delle specie di ronde sul territorio e il mio compito è stato di tenere tranquilli gli abitanti per non degenerare in una rivolta popolare, evitando anche quello che potrebbe essere uno sciacallaggio politico. Tra le azioni concrete ci sarà l’installazione della videosorveglianza, iniziando dalle zone nevralgiche e poi andando ad aumentare progressivamente. I problemi non sono solo quelli del territorio in cui viviamo, ma questo fenomeno accade perché non c’è la certezza della pena per questi piccoli furti. Questo è un altro aspetto da capire e rivedere.
Ti ricandiderai il prossimo anno?
Ho fatto già due mandati, con la nuova legge c’è la possibilità di farne un terzo. Ormai da 20 anni sono in amministrazione e quindi questa decisione verrà presa soprattutto dando priorità alla famiglia e all’attività lavorativa. Queste due cose peseranno molto sulla decisione ma, oggi, sono ancora molto indeciso su quello che sarà.
La scheda di Marco Monaco
Nato: 3/12/1967
Stato civile: sposato, due figli
Risiede a: Tufillo
Professione: imprenditore
Sindaco dal 28/05/2006
Schieramento di elezione: lista civica “L’unione per Tufillo”
Precedenti incarichi istituzionali: consigliere comunale e assessore comunale nelle precedenti amministrazioni
Numero residenti Comune: 421
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