Nel suo trentesimo anno di attività, rischia seriamente di scomparire l’ultima emittente televisiva di Vasto. Trsp è, infatti, nella lista delle tv locali da chiudere stilata dal Ministero dello Sviluppo economico.
Segnale che interferisce – Il problema è noto: già da qualche anno la spada di Damocle pende su centinaia di canali televisivi di tutta Italia. Ma ora la scure sembra destinata ad abbattersi su tutte le televisioni le cui frequenze interferiscono con quelle dei Paesi confinanti. Nel caso dell’Abruzzo, con la Croazia.
L’Agcom, autorità garante per le comunicazioni, ha sancito, con la delibera numero 480 del 23 settembre 2014, che vanno chiusi, invece, i canali 45 ( Reteotto), 21 (Telemare), 51 (Telemax), 23 (Atv7-Tvrvoxon), 41 (Tele A), Canale 31 (Teleponte), Canale 34 (Tele A,Vero Tv),Canale 33 (Dvtb,TvUno,Tele Asse), 59 (Onda Tv, Teleuniversio, Finsert), Canale 53 (Canale Italia 2).
Ma non tutte le tv perderanno definitivamente le frequenze. A Reteotto, Telemare e Telemax, infatti, verranno assegnati canali che non interferiscono con altri segnali televisivi esteri. Riusciranno a salvarsi perché ben posizionate nella graduatoria ministeriale.
Non è utile, invece, il piazzamento di Trsp: nonostante il suo canale, il 29, non disturbi alcun segnale croato, rischia di essere cancellata dalla mappa televisiva italiana perché troppo in basso nella classifica stilata dal Mise.
Trsp, 30° anno amaro – Fondata nel 1985 dal parroco di San Pietro, don Stellerino D’Anniballe, che ne è tuttora editore, è rimasta l’unica televisione di Vasto, dopo la chiusura di Tv 2000 quindici anni fa.
E’ stata una fucina di giornalisti, tecnici e anche di speaker radiofonici. Ma tre anni, attraverso dei manifesti fatti affiggere in città, don Stellerino ufficializzò la chiusura di Trsp Radio. Nel 2014 la fine del Tg, fondato nel 1991 da Gianni Quagliarella, che ne è stato direttore fino al giugno 2006.
Negli anni Ottanta, nel Vastese le tv erano tre: esisteva, infatti, anche Tele Gong, che aveva sede a San Salvo, dove trasmise in due periodi negli anni Ottanta e nella prima metà degli anni Novanta.
Entro fine anno non ne rimarrà neanche una. Salvo che le vie legali adite da diverse emittenti in tutta Italia non annullino il provvedimento.
Chi resterà – Se la riforma del sistema televisivo locale dovesse andare in porto, in Abruzzo potrebbero irradiare il loro segnale: Rete8, Telemare, Antenna 10, Tv6, Telemax Tv 6, Telesirio e Telemolise.
Il 30 ottobre è partito l’iter per le compensazioni economiche: le tv che libereranno volontariamente le frequenze otterranno una cifra ottenuta dalla ripartizione del fondo complessivo di 50 milioni 826mila euro. Le domande dovranno essere inviate al Ministero dello Sviluppo economico (Mise) entro il primo dicembre.
Battaglie legali – Secondo il sottosegretario con delega alle Telecomunicazioni, Antonello Giacomelli, “parte concretamente il percorso di riforma dell’emittenza locale. Non solo iniziamo a risolvere il problema delle interferenze con i Paesi confinanti per riportare l’Italia nella legittimità internazionale, ma siamo in grado di dare più certezze alle tv locali che intendono investire e crescere”.
Ma sarà battaglia legale. Il primo ricorso al Tar del Lazio è già partito: lo ha presentato la Regione Puglia nel tentativo di salvare le 15 emittenti pugliesi stanno per essere spente per sempre.