Spesso, hanno la laurea in tasca e tentato in tutti i modi di restare da queste parti. Sfiduciati, arrabbiati per non aver avuto neanche un’opportunità, a loro non è rimasta altra scelta, se non riempire il trolley e andarsene dall’Italia. E, nello specifico, dal Vastese, dove per loro sembra non esserci un futuro. Rassegnazione e speranza.
Sono i nuovi emigranti: la generazione nata tra gli anni Ottanta e la prima metà degli anni Novanta. Ventenni e trentenni che partono da Vasto, San Salvo e dai piccoli centri del Medio e Alto Vastese per le destinazioni più disparate. Soprattutto l’Inghilterra e, come i loro nonni, l’Australia.
I nuovi emigranti – Migliaia di persone. A maggioranza giovani, con istruzione medio-alta. Molti di loro hanno provato a lavorare vicino casa, ma si sono visti sbattere tutte le porte in faccia o hanno trovato impieghi mal retribuiti. Il Vastese è tornato a essere terra di emigranti. L’ultimo triennio ha fatto registrare un’impennata. E’ il segno della crisi in cui un’intera area geografica è ancora immersa, come si dice a Vasto, con mani e piedi. E colpisce tutte le fasce di età.
Lontano dai riflettori, nell’ombra del lavoro sommerso o precario, nel dimenticatoio degli impieghi temporanei, c’è il limbo in cui sono relegati i ragazzi da un mercato del lavoro fermo, asfittico, ancora in piena emergenza come quello del Vastese. Non solo under 30, ma anche under 35. Molti di loro hanno studiato: hanno il diploma e, in molti casi, anche la laurea. Ma, quasi sempre, non sono riusciti a trovare un’occupazione, o l’hanno rimediata ben al di fuori dei settori ai quali hanno dedicato anni di studio. Confinati nell’eterno precariato degli impieghi stagionali, o di quelli a singhiozzo: pochi giorni a settimana, quasi sempre nei weekend o nei festivi.
Per questo, tra settembre e gennaio, ogni anno da Vasto, San Salvo e dall’entroterra partono centinaia di persone sotto i 40 anni. I nostri nuovi emigranti. Diretti all’estero e disposti a sacrificarsi mettendo da parte i sogni, pur di lasciarsi alle spalle un presente incerto.
E’ quanto emerge dall’inchiesta che da oggi e nelle prossime settimane porterà Zonalocale.it nei luoghi e tra le persone della grande emigrazione contemporanea. Giovani che, spesso, hanno raggiunto “i più alti gradi di studio” (come li definisce la Costituzione all’articolo 34) ma che, per realizzare il principio fondamentale sancito dall’articolo 1 della Carta costituzionale, il diritto al lavoro, sono stati costretti a inseguire altrove il loro futuro. Non più (o non solo), come succedeva un tempo, per cogliere l’opportunità di un impiego qualificato impossibile da ottenere nella terra d’origine. Non più per sfondare nel campo della ricerca o di altri settori d’eccellenza. Ma anche (e soprattutto) per accettare qualsiasi lavoro.
Nel Vastese numeri preoccupanti – Mentre la politica si azzuffa sull’immigrazione, non sfiora quasi mai il dibattito pubblico il problema opposto, quello di tanti cervelli e un’intera generazione che la disoccupazione e la miopia della classe dirigente rischiano di far scomparire dalla demografia di questa area geografica. Le cifre sono in rapida crescita. Lo conferma un registro ufficiale: l’Aire, anagrafe degli italiani residenti all’estero.
Ora rischiano di spopolarsi non solo le aree interne, ma anche la costa, visto che i dati Aire su Vasto sono preoccupanti: i vastesi domiciliati all’estero sono, infatti, 4mila 531 (2mila 374 uomini e 2mila 157 donne, dato aggiornato al 23 ottobre), mille in più di quanti non ne fossero quattro anni fa. Vuol dire che, dal 2011 ad oggi, in media 250 persone all’anno hanno abbandonato Vasto, mentre gli stranieri regolari che attualmente vivono in città sono oltre 2100. La metà dei vastesi che se ne sono andati. Numeri elevati anche negli altri due comuni più grandi del comprensorio: San Salvo e Casalbordino.
A San Salvo 1.836 persone, di cui 962 uomini e 874 donne, risiedono fuori dai confini nazionali, principalmente in Germania, Francia, Svizzera e Argentina. In totale, i nuclei familiari di emigranti sono 958.
A Casalbordino, in base ai dati forniti a Zonalocale dall’ufficio stampa del municipio, i residenti all’estero sono 1500, principalmente in Argentina, Australia, Canada, Germania, Francia, Sud America.
Emblematico anche il dato di Scerni, dove gli emigranti sono 904, dei quali solo 244 hanno scelto Paesi dell’Unione Europea, mentre oltre 300 risiedono in Argentina (e questo dato potrebbe essere determinato soprattutto dall’emigrazione storica), un centinaio in Australia, Germania e Brasile. Gli altri in Francia, Canada, Regno Unito, Svizzera, Usa, Irlanda e Messico.
Vasto, San Salvo, Casalbordino e Scerni hanno perso quasi 9mila cittadini. Le cifre sarebbero ancora più allarmanti, se si sommassero i dati di tutti i 29 comuni del Vastese. Un territorio che rischia di spopolarsi. Si sta già spopolando.
di Michele D’Annunzio, Natalfrancesco Litterio, Antonino Dolce