Da una settimana a Montazzoli l’acqua del rubinetto non può essere usata a fini potabili a causa della ripartenza dell’enorme frana che il 3 aprile scorso si staccò in località Lagonegro-Valloni [l’articolo].
Nella stessa zona c’è la sorgente che rifornisce il paese dell’Alto Vastese e le ultime piogge hanno causato nuovi smottamenti a ridosso del punto di captazione. Dai rubinetti esce acqua marrone a causa del limo finito nelle tubature. Il 15 ottobre scorso, dopo le verifiche della Sasi, il sindaco Felice Novello ha emesso l’ordinanza di divieto.
Ad oggi non c’è stata nessuna revoca, i dipendenti della Sasi stanno ripristinando e pulendo le tubature, ma si tratta di un processo lungo con l’acqua che dovrà decantare nei serbatoi prima di tornare potabile. La situazione però potrebbe peggiorare. Il tratto di strada cancellato dalla frana è stato riaperto dal genio civile, ma non ci sono stati interventi strutturali a monte.
Il primo cittadino spiega che il rischio è alto: “Abbiamo solo quella sorgente, Montazzoli non è dotata di altri adduttori. Questo significa che nel caso di un evento franoso più esteso la sorgente potrebbe danneggiarsi lasciando il paese completamente a secco“.
Per il dissesto dell’aprile scorso sono stati stanziati 980mila euro, ma i lavori non sono ancora iniziati e l’inverno è alle porte; una circostanza che preoccupa non poco Novello: “Oggi per quanto riguarda quella potabile i cittadini vanno avanti con l’acqua minerale acquistata nei negozi, ma, se la frana peggiorasse a causa dell’assenza di interventi strutturali, dai rubinetti non uscirebbe niente e a quel punto l’unica soluzione sarebbe il rifornimento con le autobotti. Sarebbe impossibile anche usare i bagni, insomma torneremmo indietro di secoli“.