Dopo un primo intervento (qui l’articolo) che ha aperto il dibattito sulle unioni civili a cui hanno partecipato il consigliere comunale di FdI-An Etelwardo Sigismondi e l’ex consigliere comunela del Pd, Nicolangelo D’Adamo (qui l’articolo), e l’assessore Marco Marra (qui l’articolo), l’avvocato Vincenzo Bassi torna sull’argomento con la seguente nota.
È bello e interessante che a Vasto ci si preoccupi del livello di civiltà della comunità, ed è bello e interessante che l’assessore, Marco Marra e il consigliere comunale, l’avv. Paola Cianci spieghino, rispondendo alla società civile, le ragioni della loro scelta. Questo confronto è segno di serietà e amore per il territorio. Ciò detto, con riferimento alla nota dell’assessore Marra pubblicata nelle ultime ore, si segnalano, tuttavia, alcuni passaggi che sembrano contraddittori.
L’avv. Cianci, molto giustamente, ha riconosciuto che le Unioni Civili non sono famiglie, e questo perché la Costituzione italiana (art. 29) è chiara: la famiglia può essere solo l’unione di uomo e donna sancita dal matrimonio.
Le c.d. Unioni civili sono normali formazioni sociali, ovvero associazioni, costituite a scopo di mutualità e assistenza.
A questo punto c’è da domandarsi: se è vero, come conferma l’avv. Cianci, che la famiglia è solo quella della Costituzione, perché l’assessore Marra parla di famiglie “tradizionali”? Cosa significa “tradizionale”? Lo si ripete: almeno per l’attuale Costituzione italiana, non esistono diverse forme di famiglie, la famiglia è una.
Altra domanda: se è vero che le unioni civili non sono famiglie e se, ovviamente, solo le famiglie sono fonte di legami famigliari, come è possibile, con un regolamento comunale, equiparare un membro di un’unione civile a un famigliare, e ciò senza cambiare il codice civile e la Costituzione?
In ogni caso, al di là delle irrisolvibili contraddizioni, non solo giuridiche, che crea, oggi, l’eventuale istituzione del registro delle unioni civili, ancora una volta, neppure l’assessore Marra ha raccolto l’invito a riflettere sull’unica cosa reale e concreta, ovvero sulla famiglia e sul suo ruolo economico e sociale.
Mi chiedo e chiedo all’istituzione comunale: si può parlare a Vasto, finalmente, di famiglia? Se la risposta è sì, e allora coraggio, assessore, parliamone, a Vasto, senza polemiche, senza steccati, senza pregiudizi! Discutiamo, tutti (istituzioni, associazioni, parrocchie, società civile) dell’importanza per Vasto (i) della crescita demografica, (ii) della conciliazione di lavoro e famiglia, (iii) delle forme di micro credito per le famiglie, e (iv) della mutua assistenza famigliare!
Il punto, caro assessore Marra, non è di contrapporre “formazioni sociali” e famiglie, ma di dire che la famiglia è una priorità anche a Vasto. L’Istituzione comunale deve svolgere, nella comunità, la funzione di intermediario, esaltando, però, la centralità della famiglia, senza confusione. Fa ideologia, assessore Marra, non chi parla di famiglia, ma chi non ne parla.