Architetto Francescopaolo D’Adamo, nei giorni scorsi è stata rispolverata una sua proposta risalente al 1978: trasformare corso Nuova Italia in una galleria in pieno centro, realizzando una copertura. E’ ancora attuale questa ipotesi?
“In questo momento storico, Vasto ha bisogno di ben altro rispetto a populistiche, vecchie proposte fritte e rifritte”.
Com’e nata l’idea della copertura?
“E’ nata per caso. C’era sempre stata l’ipotesi di demolire i palazzi scolastici di corso Nuova Italia. Ho preso la palla al balzo in occasione di un esame universitario e lo stesso professor Gianfranco Moneta, alla fine, convenne che non si sarebbe trovata una facile soluzione alternativa a quei palazzi, nonostante le molte ipotesi avanzate: giardini, piazza ipogea in vetro per mettere in evidenza i reperti sotttostanti, oppure ricostruzione dei due edifici”.
Perché secondo lei non è più valida?
“Non è l’esigenza principale. Sarebbe valida, se non ci fossero altre esigenze più impellenti”.
Allora quali interventi servirebbero?
“Il viadotto Histonium, utilissimo ma bruttissimo, andrebbe riqualificato, perché ora è uno sgorbio con le lenzuola appese. Sarebbe necessario ridare un’immagine consona al caseggiato del Bar Roma e a piazzale Histonium, salvaguardando gli interessi architettonici. Realizzerei un immenso parcheggio sotto al Muro delle Lame, collegato con un ascensore al centro storico, sullo stile del Mercatale di Urbino. E poi il mercato coperto di Santa Chiara. Secondo me, questi lavori sono stati uno spreco. Invece, l’avrei ristrutturato in un’altra maniera, ricreando lo stenditoio dell’antico convento delle clarisse, creando una grande terrazza con vista mare: tre piani con scale e ascensore. Più in generale, il piano di recupero del centro storico deve essere legato allo sviluppo urbanistico dell’intera città. Non si può pensare a un centro storico separato dal resto della città. Farei un Piano di riqualificazione e non un Piano edilizio, come quello che è stato fatto da Cervellati. Negli ultimi mesi, è bastata qualche fioriera per ridare un po’ di decoro alle strade e piazze della Vasto antica”.
Da ex assessore alla Cultura e al Marketing del centro storico, quale voto darebbe ai primi mesi di operato dell’assessore ai Servizi, Luigi Marcello?
“Non posso dare un voto a Marcello. E’ stato fortunato perché era tutto previsto: le risorse, ormai, erano già state stanziate. Però ci ha messo impegno e, nonostante qualche esagerazione (non si può arrivare a luglio a fare i lavori), il suo operato è stato positivo”.
Cosa serve a far sì che la gente torni a popolare la città antica, semivuota per otto mesi all’anno?
“Vasto deve attrarre, non intrattenere. Il mio sogno è questo: da piazzale Histonium fino a viale D’Annunzio abbattere e riqualificare tutto il quartiere, che ha scarso valore architettonico, radendo al suolo e ricostruendo gli edifici al fine di creare, oltre alle abitazioni, un grande centro commerciale sotterraneo, come ad Innsbruck. Così si può rivitalizzare la città antica: la gente viene a Vasto per farsi una passeggiata, per fare compere e ne approfitta per una visita al centro storico con boutique e altre attività“.