“Fortemente inquinati” sette punti della costa abruzzese, con cariche batteriche doppie rispetto ai limiti di legge, sui nove monitorati da Goletta Verde di Legambiente. Male foci di fiumi, torrenti e fossi: “Criticità già riscontrate negli scorsi anni e che mettono in evidenza come l’Abruzzo debba affrontare al più presto la sfida della depurazione”, dice Legambiente che, in tal senso, ha assegnato la bandiera nera alla Sasi, dopo quella già assegnata alla politica abruzzese.
Ma è polemica sui dati relativi alle acque di balneazione della costa vastese. Secondo Legambiente, i campionamenti di Goletta Verde hanno evidenziato criticità alla foce di Fosso Marino, al centro del Golfo di Vasto.
Vincenzo Sputore, sindaco facente funzioni, replica a muso duro: “Le analisi di Legambiente nei pressi di Fosso Marino sono inattendibili, prive di ogni fondamento scientifico e fatte senza rispettare il quadro normativo vigente. Le acque della costa vastese sono perfettamente balneabili, senza alcun rischio per la salute dei cittadini, così come certificato dall’Arta – Agenzia regionale per la tutela ambientale.
“Mentre l’Arta – afferma Marco Marra, assessore comunale all’Ambiente – con assoluto rigore scientifico, certifica la perfetta qualità di balneazione delle acque della costa vastese tramite dodici prelievi mensili, ogni kilometro e mezzo di costa, per un totale di diciotto kilometri, Legambiente utilizza metodi propri non riconosciuti dal Ministero dell’Ambiente e utili per fare, il più delle volte, soltanto confusione tra il tema della balneabilità delle acque e quello dell’ecologia del mare. L’unico tratto della costa vastese (su diciotto kilometri) in cui vige il divieto di balneazione è alla foce del torrente Lebba, mentre la restante parte del litorale è perfettamente balenabile così come certificato da Arta e dal riconoscimento della Bandiera Blu 2015 che, voglio ricordare, viene riconosciuta dopo una attenta e stringente verifica del rispetto di diversi parametri, tra cui, appunto, la balneabilità delle acque”.