Da oggi è sospeso l’abbattimento dei cinghiali nel territorio della provincia di Chieti. Il provvedimento è stato preso dal dirigente del competente settore dopo aver richiesto e ricevuto un parere all’Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) che evidenziava alcune criticità nel piano predisposto dalla provincia di Chieti. L’Ispra ha sollecitato la verifica dei metodi preventivi da applicare prima di ricorrere agli abbattimenti, come recinzioni elettrificate, colture a perdere, dissuasori acustici e così via. “È un provvedimento che arriva proprio mentre le colture sono in atto – commenta Angelo Pessolano, presidente di ArciCaccia – e i danni sono quindi maggiori”. L’Atc, che gestisce operativamente il selecontrollo, ha ricevuto nelle scorse settimane oltre 180 richieste di intervento da agricoltori del territorio.
Altra situazione che sta assumendo le proporzioni dell’emergenza è quella degli incidenti stradali provocati dagli ungulati. La scorsa settimana ce ne sono stati altri due, nello spazio di poche ore: uno sulla sp 154 [leggi] e l’altro sulla statale 16 [leggi]. “L’Atc ha inviato la documentazione in provincia – spiega Francesco Bottone, giornalista e selecontrollore – per rispondere a quanto richiesto dall’Ispra le cui prescrizioni, tra l’altro, non sono vincolanti. Intanto, però si perde tempo, almeno due settimane, prima di riattivare il selecontrollo”. Bottone sottolinea poi come “le obiezioni sollevate nel documento dell’Ispra possono avere un senso per le coltivazioni ma non lo hanno di certo per gli incidenti stradali. E tra un campo d’avena devastato e una vita umana credo non ci sia nemmeno da fare un paragone“.
Il piano di prelievo prevede 420 esemplari da abbattere nel Vastese, ad oggi i selecontrollori sono fermi a circa una cinquantina. E intanto continuano i danni alle coltivazioni ed è sempre alto il rischio di incidenti stradali.