Grande partecipazione di pubblico sabato pomeriggio alla presentazione del libro di Guido Brunetti intitolato Quel fascino ambiguo del cervello presso l’associazione Nuova Alba. Un grande successo dovuto all’impegno dell’avvocato Angela Pennetta, presidente del sodalizio, e al prestigio sia dell’autore che del relatore, il magistrato Italo Radoccia. L’opera offre attraverso uno stile gradevole, chiaro e rigoroso un aggiornamento prezioso sugli ultimi straordinari progressi delle neuroscienze.
Dopo un’efficace introduzione dell’avvocato Angela Pennetta, presidente del sodalizio, è intervenuto con un’ampia e approfondita disamina l’oratore ufficiale, il giudice Italo Radoccia, il quale ha esposto i principali temi affrontati nel libro, sottolineando come l’opera sia ricca di conoscenze culturali e neuroscientifiche e destinata non solo a medici e psichiatri, ma anche a insegnanti e genitori.
La ricerca sul cervello e la mente rappresenta- ha dichiarato a sua volta Brunetti- l’avventura più rivoluzionaria mai intrapresa dalla specie umana, la sfida più affascinante del XXI secolo. Le meravigliose scoperte in questo campo stanno influenzando- ha aggiunto- ogni area della medicina e il trattamento di patologie psichiatriche e neurologiche, come le depressioni, la malattia di Alzheimer e il morbo di Parkinson, permettendo altresì di sviluppare farmaci sempre più mirati. In un futuro non troppo lontano, i bambini a rischio di sviluppare malattie verranno individuati e curati. Per gli adulti e gli anziani, saremo in grado- ha proseguito- di determinare il profilo di rischio di diverse malattie e prevenire il disturbo attraverso interventi clinici.
Questi progressi scientifici stanno contribuendo a cambiare il mondo, a trasformare la società e le nostre millenarie concezioni. Occorre dunque promuovere la cultura nella società, a partire dai banchi della scuola elementare. L’evoluzione culturale con l’evoluzione biologica è infatti alla base della sopravvivenza della specie e genera progresso e civiltà, anche se la cultura suscita ansia e ostilità . Questo atteggiamento- ha concluso l’autore- viene definito oicofobia, ossia l’odio per la cultura. Fatto che rivela un complesso di inferiorità, invidia e deficit intellettivo, sociale e morale, un individuo rozzo, un cafone, come aveva già sostenuto il grande poeta latino Orazio: Graecia capta ferum victorem cepit ( la Grecia conquistata conquistò con la sua cultura il rozzo vincitore). Proprio per questo, il contributo degli uomini di cultura e di scienza è unico e insostituibile per il progresso e la civiltà.
Guido Brunetti. origini abruzzesi, vive e lavora a Roma, scrittore di fama, è stato definito umanista-scienziato ed ha tenuto lezioni nelle Università di Roma, Lecce e Salerno.
Giuseppe Catania