Abbattere l’Arena comunale alle Grazie per alleggerire la balconata orientale di Vasto e scongiurare il rischio frane. In via Adriatica un’ondata di maltempo del 2013 ha fatto franare una porzione di terreno, che ha travolto la palificazione realizzata tra il 2007 e il 2008, quando il Comune realizzò dei lavori di consolidamento e ristrutturazione della passeggiata panoramica.
A chiedere la demolizione dell’anfiteatro è l’ambientalista Ivo Menna, portavoce locale dell’Ona (Osservatorio nazionale amianto) e residente di via Adriatica, che auspica “l’abbattimento di quella opera inutile e dannosa in quanto insistente su una area fragilissima ed esposta a nuove tensioni idrogeologiche. L’Arena è inutile e dannosa ripeto, e uno spreco di risorse pubbliche per interventi manutentivi. Uno spazio inutile, pericoloso, degradato. Un peso di tonnellate di cemento che insiste su una zona delicata e a forte rischio. Lo smantellamento alleggerirebbe quella area e immediatamente, una volta libera, collegarla alla precedente archeologica che la confina rendendola zona verde e parco pubblico”.
La scalinata – Secondo Menna, va eliminata anche l’attuale scalinata che che collega via Adriatica col Parco delle Lame: “I vistosi cedimenti dei cordoli ci avvertono di nuovi pericoli sull’area di Via Adriatica e consiglieremo a questa amministrazione che da due anni ha chiuso l’ingresso della scalinata, di alleggerire quel tratto di percorso smantellando la pesantissima massicciata di scale di marmo di Trani e sostituirla con scale di legno leggere per ripristinarne l’accesso. Da 60 anni conosciamo la fragilità idrogeologica della zona di Via Adriatica dopo la tragedia del 1956, ma pochissima prevenzione è stata fatta nel concreto; addirittura in tutti questi anni i nostri uffici tecnici non hanno mai avuto in organico almeno due geologi e almeno 2 laureati in agraria come sarebbe apparso necessario, mentre abbiamo ingegneri, architetti e geometri presso Urbanistica e lavori pubblici”.
Soldi – “Nel novembre 2013 – ricorda Menna – al di sotto dell’area archeologica di Via Adriatica, di fronte alla chiesa di Sant’Antonio, un evento franoso ha colpito nuovamente la città. Di questo trauma sembra che nessuno abbia memoria. La terra inzuppata ha travolto e scatenato la pur forte palificazione a sostegno della passeggiata, lambendo la staccionata realizzata in legno dalla Sovrintendenza ai beni archeologici; lo smottamento di terra ha seppellito la gradinata che conduce ai campi podistici rendendola inutilizzabile.
Per coloro che governano, voglio ricordare che le zone fortemente a rischio dissesto sono: SantAntonio Abate, contrada Lota, zona San Michele, via Tre Segni, Loggia Amblingh, Madonna delle Grazie, via Magnacervo, via Adriatica, collina di Montevecchio, Pozzitello, collegamento via Santa Lucia-strada provinciale Istonia, via Santa Lucia, Fosso Anghella.
Siccome il governo Renzi ha preparato un piano contro il dissesto detto Italia Sicura e sembra che esistano risorse economiche, perché l’onorevole Amato e il senatore Castaldi non si fanno parte attiva presso la protezione civile, i ministri Galletti e Delrio per inserire la città tra quelle da finanziare con un progetto serio da fare redigere oltre che dagli uffici di Vasto da quelli regionali? Quanto lavoro e quanta nuova occupazione potrebbero divenire volano di pulita economia nel risanamento ambientale? Questo sì un vero obiettivo di lunga durata e di sicurezza per i cittadini”.