Dal prossimo primo di aprile al distretto sanitario di base di San Salvo non basterà più una mattinata per fare un prelievo, ma si dovrà prima prenotare e poi tornarci appositamente. Per lo stesso servizio, che ad oggi conta una media di 20 interventi giornalieri, è stato disposto un limite massimo di 12 prelievi giornalieri. Si aggiunge a ciò, un operatore in meno al Cup, uno specialista mai sostituito da settembre 2014, un amministrativo in pensione e mai sostituito, un agente tecnico in pensione e mai sostituito e un consultorio che da due anni non vede un ginecologo, ma un’ostetrica che è presente “a singhiozzo”. Dal primo di aprile, inoltre, l’impresa di pulizie opererà durante l’orario di lavoro del distretto.
Questa la desolante fotografia scattata stamane, sulla situazione del locale distretto sanitario di base, durante un incontro con il sindaco di San Salvo, Tiziana Magnacca, il presidente del Consiglio comunale, Eugenio Spadano, e il consigliere comunale Tonino Marcello. Il primo cittadino di San Salvo ha ricordato l’incontro avuto nel novembre scorso con il direttore generale della Asl, il dottor Francesco Zavattaro, che aveva assicurato impegno a implementare il consultorio, la radiologia e i servizi amministrativi: “Purtroppo, nonostante gli impegni presi, ci giungono pessime notizie” ha sottolineato il sindaco, relativamente a quanto riportato dal consigliere Marcello che, per puro caso, essendosi trovato al distretto per motivi personali, ha saputo delle variazioni in programma dal prossimo primo aprile.
“Riteniamo a questo punto – ha sottolineato il sindaco Magnacca – che la Regione non punti più su questo distretto, che ha un bacino di utenza di circa 50 mila abitanti, visto che a San Salvo arrivano utenti da tutto l’Alto vastese e anche dal Molise. La Regione sta facendo morire questo distretto e sta mortificando la città e tutto il territorio“.
Spadano ha poi sottolineato come all’interno della Asl esistano tre unità operative complesse per Chieti, Francavilla e Ortona, due per Lanciano e Villa Santa Maria e una sola per il territorio vastese, una disposizione che “la dice lunga sulla considerazione che in Regione hanno del territorio vastese”. Per il presidente Spadano, la situazione al distretto di San Salvo è ormai diventata ingovernabile e contraddice le stesse indicazioni del governo centrale per uscire dal commissariamento: “Non ci vengano a dire che fanno questo per uscire dal commissariamento, perché la conferenza Stato-Regioni ha stabilito di puntare sulla sanità territoriale, si chiudono gli ospedali, ma si potenziano i distretti. Invece la Regione chiude gli ospedali e depotenzia anche i distretti“. Da qui la provocazione del presidente Spadano: “Se il distretto non deve più lavorare, tanto vale chiuderlo”.
In conclusione, la richiesta dell’amministrazione comunale di San Salvo è quella di attivare quelle piccole azioni politiche che bastano a far lavorare decentemente il distretto: “I presupposti ci sono, basterebbe la volontà politica. Come amministrazione insisteremo per tutelare i nostri concittadini e tutta l’utenza che non è solo quella di San Salvo, ma di tutto l’entroterra, anche del Molise; se non arriveranno risposte tanto vale chiuderlo, perché la situazione ormai è diventata ingovernabile”.