Sono sette i sindaci che hanno espresso la propria preoccupazione per le sorti del consorzio Civeta al presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso: si tratta dei sindaci Remo Bello (Casalbordino), Manuele Marcovecchio (Cupello), Saverio Di Giacomo (Monteodorisio), Antonio Di Pietro (Pollutri), Tiziana Magnacca (San Salvo), Giuseppe Pomponio (Scerni) e Mimmo Budano (Villalfonsina), preoccupati dalla “decisione di nominare un commissario unico straordinario che ha prodotto solo il blocco delle attività di indirizzo e di gestione”.
“La struttura consortile – scrivono i sette sindaci a D’Alfonso – da oltre vent’anni operava a servizio del territorio del Vastese per il conferimento dei rifiuti solidi urbani, ma ora è stata nei fatti ingessata e resa inoperativa per quella che appare più un’azione politica di accentramento dei poteri del governo regionale rispetto alla bontà del lavoro sinora svolto dal Consorzio Civeta”.
Viene inoltre ribadita la preoccupazione “per l’intimazione pervenuta nello scorso mese di dicembre dal commissario straordinario Agir a tutti i sindaci proprietari dell’impianto e soci del consorzio a non espletare più alcuna funzione di indirizzo e di controllo sul consorzio e per la sospensione (oramai di moltissimi mesi) dell’iter autorizzatorio regionale per la realizzazione della terza vasca, indispensabile per garantire non solo piena funzionalità all’impianto ma anche la fruizione del servizio da parte dei comuni”.
Secondo i sindaci che hanno sottoscritto il documento, “il rischio, in assenza di decisioni, è quello di generare confusione negli amministratori, e soprattutto disorientamento rispetto a un’attività importante e con buoni risultati svolta dall’ente consortile. Un aspetto che deve essere rimarcato è quello relativo alla mancata realizzazione della terza vasca, che potrebbe provocare l’incapacità di poter accogliere i rifiuti. I comuni consorziati sarebbero costretti a conferirli altrove, con i conseguenti costi enormi di gestione, che lieviterebbero a svantaggio dei cittadini, che dovrebbero così sopportare l’aumento delle tasse in un territorio già fortemente penalizzato. I sindaci hanno già espresso le loro perplessità sul proprio ruolo e sulle funzioni dei comuni, proprietari e soci del consorzio, sollecitando una maggiore chiarezza e definizione dei rispettivi ambiti decisionali, venuti meno con la presenza proprio del commissario consortile”. Gli stessi amministratori lamentano infine il “blocco dell’iter del piano industriale varato dall’assemblea dei sindaci, che avrebbe potuto consentire un ulteriore rilancio del consorzio Civeta”.