“Non ho mai sentito Michele Caporossi attribuire un fallimento o una difficoltà a quelli di prima.Chi ha lavorato nella ASL Lanciano-Vasto ha vissuto quegli anni come una primavera. Ci siamo sentiti parte dell’azienda, parte attiva di un progetto, è voce comune tra gli operatori, è voce comune tra i pazienti“. È Maria Amato, deputato del Pd, primario di radiologia al San Pio di Vasto, interviene con una nota sulla questione sanità. Nei giorni scorsi è stato Mario Olivieri, presidente della commissione sanità della Regione Abruzzo a bacchettare il manager della Asl Lanciano-Vasto-Chieti, Francesco Zavattaro, dopo la relazione degli ispettori del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Zavattaro, dal canto suo, non ha fatto mancare risposta (l’articolo).
Maria Amato guarda indietro, agli anni in cui alla guida della Asl c’era Michele Caporossi. “Anche per scelta della politica regionale, non si è tolto un servizio senza spiegare alla popolazione il percorso alternativo. Si sono acquisite professionalità mediche di alto profilo, si è fatto un salto di qualità sulle tecnologie, aggiornamento e nuovi impianti per le diagnostiche pesanti, Tac, Rnm, Medicina Nucleare, mammografi digitali e il programma di screening, digitalizzazione del sistema delle immagini col superamento epocale dell’uso dei chimici, il progetto ospedale territorio per l’emergenza urgenza, in molti dei nostri fragili territori siamo fermi ancora a quel momento. Nessun comune è stato mai considerato periferia del regno, i percorsi per la appropriatezza, il lavoro coinvolgente con i medici di medicina generale per l’appropriatezza farmacologica, la standardizzazione delle procedure, la certificazione delle UO”. La parlamentare del Pd ha da sempre posto l’attenzione sulle “due velocità” della sanità tra l’area metropolitana ed il sud della Regione, Vasto ed il suo comprensorio.
Aggiunge: “Noi, era la parola chiave di quel periodo: noi, tutto il territorio, noi, tutti gli operatori, noi l’azienda. Noi Vasto e Lanciano in un percorso comune, Vasto confine e non periferia. I Sindaci, che pure non erano teneri, hanno sempre riconosciuto nel lavoro della Direzione di Michele Caporossi un valore inclusivo. Quando ancora la visione della organizzazione ospedaliera per intensità di cura era il futuro, da noi se ne iniziava l’attuazione, si sono valorizzate le professioni sanitarie, si è riconvertito un Ospedale, si è chiuso un punto nascita, si sono ridotte le Guardie Mediche: anche allora si era in piano di rientro con l’obbligo dei tagli, ma Caporossi non ha aspettato che fosse l’assessore a chiudere, le scelte sono state fatte in cabina di regia con l’assessorato e l’attuazione, il lavoro sul campo, lo ha fatto la Direzione. Quel noi è stato vincente, non è né corretto né professionale gettare ombre su quella gestione per giustificare o minimizzare le proprie”.
Gli operatori sono stati coinvolti a livello aziendale e a livello regionale attraverso l’Agenzia Sanitaria. Hanno mosso i primi passi le cure palliative, si è avviato il progetto Hospice, nel piano sanitario regionale e’ stato definito il programma per la terapia del dolore. Una primavera in cui si guardava lontano, con il paziente,in tutta la sua complessità, al centro. Ecco – conclude la parlamentare del Pd – mi piacerebbe che la politica sanitaria guardi lontano e che la Direzione della ASL di Chieti guardi al futuro, riconoscendo quanto di buono gli è arrivato dal passato, per esempio il risanamento del bilancio della Asl Lanciano-Vasto piuttosto che piagnucolare Io non c’entro. E’ colpa di quelli di prima“.