“Lo spettacolo che si è consumato in Consiglio comunale ha evidenziato che le posizioni del centro-destra sono solo strumentali e demagogiche”. Maurizio Vicoli e Mauro Del Piano, consiglieri comunali di Sel, accudano l’opposizione dopo le tensioni nella seduta di lunedì, in cui la maggioranza di centrosainistra ha respinto la richiesta di cambio di destinazione d’uso, da turistico ad abitativo, del Molino Village di Vasto Marina.
I consiglieri comunali di minoranza (tranne Mario Della Porta) hanno abbandonato l’aula al momento del voto. Sinistra ecologia e libertà puntano il dito contro di loro: “Per tutta la discussione del punto all’ordine del giorno, hanno accusato l’amministrazione attiva e la sua maggioranza di responsabilità politiche le quali hanno finito per ‘affossare un imprenditore e 34 famiglie’ (queste le loro parole); una litania che non è mai venuta meno anche quando le opposizioni sono state sollecitate ad esprimere la loro posizione a riguardo, posizione che non è mai emersa. Se fossero rimasti in aula, e l’avessero pensato allo stesso modo (cioè l’essere contrari ad un provvedimento che negava il cambio di destinazione d’uso del complesso Molino Village), avrebbero potuto neutralizzare la delibera della maggioranza. Infatti l’aver abbandonato l’aula, ha in verità permesso che il cambio di destinazione d’uso, da residenziale turistico a residenziale privato, fosse respinto. Se, infatti, non si considerano i consiglieri di minoranza Francesco Paolo D’Adamo, assente giustificato perché colpito da grave lutto sabato mattina, ed il consigliere Guido Giangiacomo, che non ha potuto partecipare nemmeno alla discussione per motivi di incompatibilità”, visto che è l’avvocato di uno dei proprietari di appartamento, “otto consiglieri d’opposizione, insieme al voto contrario di Domenico Molino, avrebbero impedito che il provvedimento di maggioranza passasse perché la votazione finale sarebbe finita 9 a 9.
Se davvero la loro premura fosse stata il salvamento di un imprenditore e di 34 famiglie – attaccano Vicoli e Del Piano – sarebbero rimasti in aula a testimoniare con il loro voto questa intenzione, in realtà quella delle minoranze, questo devono capire i cittadini-proprietari che erano in aula, erano solo posizioni demagogiche e strumentali perché alla fine hanno solo pensato a mettere in salvo se stessi sottraendosi al voto, e dunque da ogni responsabilità, su un provvedimento estremamente delicato, tanto delicato da spingere il consigliere D’Alessandro a dire che ‘già si sentiva il profumo del tintinnio delle manette’, una colorita sinestesia che rimarcava proprio la complessità del provvedimento. Così, fatta eccezione per il consigliere Della Porta che, correttamente, è rimasto in aula a difendere la sua posizione con un voto, da lui ben motivato, d’astensione, tutti gli altri si sono dati alla fuga per il timore di poter essere chiamati in causa, a prescindere dal tipo di voto che avrebbero espresso.
Chi scrive non ha nulla contro l’imprenditore né, tanto meno, contro le 34 famiglie proprietarie di alcuni appartamenti perché il nostro no parte da lontano. Quando nel 2007 il provvedimento approdò in aula per la ratifica finale, ottenne il consenso di tutta la maggioranza di centro-sinistra perché trattavasi di un progetto di villaggio turistico. Dopo diversi scempi perpetrati sulla città e sulla costa, un esempio per tutti la barbara cementificazione di località La Canale, mai la maggioranza di centro-sinistra, premiata alle elezioni proprio perché aveva annunciato nel suo programma un deciso cambio di rotta in materia edilizia, avrebbe potuto approvare qualcosa di diverso. Oggi, che su tale questione ci sono persino rinvii a giudizio decisi dalla magistratura, perché avremmo dovuto rinnegare un principio su cui abbiamo sempre creduto e che, tra l’altro, ha avuto il suffragio degli elettori vastesi sia nel 2006 che nel 2011?
A questo punto ci chiediamo: rappresentanti istituzionali che si sottraggono alle proprie responsabilità dandosi alla fuga, possono essere credibili?
Può, inoltre, una opposizione che si candida al governo della città diventare una maggioranza unita e coesa se finanche su un provvedimento del genere si presentano in ordine sparso e trovano il loro comune denominatore solo nel denigrare l’amministrazione Lapenna?
Ci chiediamo, infine, possono i vastesi affidare loro il governo della città alle prossime elezioni che si terranno nel 2016?”.