Ha compiuto 50 anni mercoledì e domani darà l’addio ufficiale alla pallacanestro giocata Claudio Capone, dopo la sfida delle 18:00 tra la Proger Chieti e Paffoni Omegna. Una partita d’addio che andrà in scena tra gli amici Over 40 del Basket Maschile Abruzzese, condita da una gara da 3 punti. Una festa per un giocatore che ha giocato in palcoscenici importanti della pallacanestro italiana, regalando emozioni, canestri impossibili ed esprimendo tutto il proprio talento in serie A, in A2 e successivamente nelle serie minori, passando anche per Vasto, quando la società del presidente Giancarlo Spadaccini militava in serie C regionale. Una carriera lunghissima, quella della guardia teatina, che abbiamo voluto riassumere andando a proporvi non solo la lunghissima lista dei suoi risultati ottenuti, nonchè delle tantissime squadre in cui ha giocato, ma anche le testimonianze di chi proprio a Vasto lo ha visto giocare come compagno di squadra, o da allenatore, oppure semplicemente da tifoso e appassionato. Chi ha avuto insomma la fortuna di assistere al suo modo inconfondibile di vivere la pallacanestro.
Claudio Capone è nato a Chieti il 21 gennaio 1965 e muove i primi passi sul parquet in età adolescenziale, come lui stesso ha raccontato la scorsa settimana in un’intervista pubblicata su www.roseto.com: “Giocavo a calcio niente male per la gioia di mio padre – ha raccontato – poi a pallavolo e a pallamano. Sembrava che tutti aspettassero me, visto che varie società volevano tesserarmi. Invece un giorno, mentre mi esercitavo a tennis da solo sotto casa, palleggiando contro un muro della caserma dello storico quartiere del Sacro Cuore, il fatidico incontro con un mio compagno di classe, appena uscito proprio dalla palestra all’interno della caserma: due chiacchiere ed anche io, il giorno dopo, ero alla corte di Pizzirani e Di Masso, giocatori mitici della Rodrigo Chieti”. Così, dopo gli anni delle giovanili – passati insieme a molti allenatori, tra i quali Mimmo Trivelli (noto nell’ambiente vastese per il suo lungo e soddisfacente soggiorno all’ex Palasport di via conti Ricci – oggi Pala Bcc) – Claudio viene integrato nel roster della Rodrigo Chieti in serie A2. Rimarrà nella sua città sino al 1985.
Tra serie A e A2. Dall’anno seguente in poi Capone calpesterà palcoscenici importanti nelle massime serie a partire da Caserta (1985- 1987), passando poi per Desio (‘88/’89), Verona (‘89/’90), Montecatini (1990-1993), Forlì (‘93/’94), Blu Club Milano (‘94/’95), Fabriano (’95-’96), Roma (’96-’97), Pozzuoli (‘97/’98) e Avellino (1998-2001). In questi anni Claudio si prende molte soddisfazioni sia di squadra che singolarmente. Suo infatti è lo strepitoso canestro da metà campo allo scadere che sancì la storica promozione della Scandone Avellino in serie A1, durante gara 4 della finale promozione contro Jesi. Suo anche il canestro da metà campo allo scadere della finale play-off contro Cantù, che permise ad Arese di essere promossa in A1. Oppure la sua firma nel 4/4 dai tre punti siglato nella sfida del ’97 a Roma contro Granalda per la finale della prestigiosa Coppa Korac. Queste, solo alcune delle prodezze cestistiche messe a segno da ‘Moses’ Claudio Capone. Durante quegli anni, il destino lo porta ad incrociare sulla sua strada Michael Jordan, in un’amichevole a Trieste. Non sarà l’unico degli dei del basket con il quale Claudio avrà modo di giocare. Darryl Dawkins, Clemon Johnson, Artis Gilmore, Sugar Ray Richardson, Oscar, Vinny Del Negro, Toni Kukoc, Dino Radja, Bob McAdoo, questi e altri i grandi nomi, per non parlare dei migliori italiani dell’epoca come Marzorati, Caglieris, Brunamonti, Meneghin, Sacchetti, Bonamico, Villalta, Carera, Riva, Marione Boni e altri ancora. Dal 2001 al 2003 ‘Moses’ torna a Caserta, per poi trasferirsi a Pavia, dove troverà il nostro Davide Parente – il giocatore vastese attualmente alla Mens Sana Siena- il quale non ha fatto fatica nel ricordare quell’annata e quella convivenza in squadra: “Claudio è stato sempre un grande professionista ed una vera e propria macchina da canestri. A Pavia ricordo venne per qualche mese, perchè avevamo bisogno di una persona esperta che ci desse una mano. Ricordo perfettamente la sua faccia tosta quando è stato chiamato in campo a giocare: non sentiva pressione ne si faceva mettere sotto da americani che potevano avere in confronto a lui migliori doti atletiche”.
Il ritorno in Abruzzo. Nella stagione 2004/05 Capone torna a giocare nella propria regione e lo fa vestendo la maglia del Basket Silvi Marina in B2, alla corte di coach Salvemini, per poi tornare a rivestire la maglia della sua Chieti l’anno seguente in C1. Successivamente altra partenza per lui a Pescara, sempre in C1, con l’Antoniana prima- playoff di promozione 2006/07- e nella Ceteas Amatori poi, dimostrando tutta la sua esperienza come giocatore.
L’arrivo a Vasto. È il 29 dicembre del 2008 ed arriva una bellissima notizia da via Conti Ricci a Vasto: alla BioFox arriva Claudio Capone. Fortemente voluto a metà stagione dall’allora coach in biancorosso Marco Di Stefano e dal presidente Giancarlo Spadaccini, ‘Moses’ si presenta subito bene al pubblico vastese, chiudendo la regular season con una media di 26,5 punti a partita. Ne segnerà 88 di punti solo nelle tre gare dei playout (vinte da Vasto ai danni del Globo Isernia). “La cosa che mi ha colpito di più nell’averlo avuto in squadra- ci ha raccontato Marco Di Stefano – è stato il suo grande entusiasmo e la passione per il suo lavoro. Questo spiega la sua lunga carriera cestistica, aiutata da una vita da atleta senza vizi. Un grande personaggio, un vincente, un trascinatore, nato tecnicamente direi con un palleggio, arresto e tiro da Nba”. Claudio quell’anno è arrivato a metà stagione, eppure gli è bastato poco tempo per conquistare l’entusiasmo dei tifosi che, l’anno successivo, finiranno per innamorarsi dell’immenso campione. Infatti nella stagione 2009/10 con il cambio in panchina (arriva coach Della Godenza), Claudio inizia la stagione segnandone 30 di punti contro il Nuovo Pineto basket. La stagione della Vasto Basket si profila ad alti livelli: tolto il Roseto Sharks- squadra di due categorie superiori- i vastesi dominano la regular season chiudendo secondi. Nicola, un accanito tifoso della Vasto Basket, ricorda benissimo quell’annata: “Non potrò mai dimenticare il suo 5/5 a Roseto contro gli Sharks nel primo quarto dai tre punti; così come i suoi tiri impossibili da tre quasi vicino alla linea rossa della pallavolo con due persone addosso. Per non parlare della sfida contro Espinoza e Scarpa di Campobasso ai play off. Un giocatore che ha vestito tante maglie, giocato in serie così importanti, segnato così tanti punti, e nonostante questo a Vasto ogni mercoledì mattina si allenava da solo al palabcc. L’ho sentito parlare un sacco di volte della sua dieta e dell’importanza dell’alimentazione- la sua sempre a puntino- e poi se ne usciva sempre durante il riscaldamento pre-partita o durante gli allenamenti con quella frase esclamata ad alta voce : “La senti l’aria?…la senti?”.
“Nel mio primo anno da speaker quando fui chiamato dalla società a ricoprire questo ruolo – ricorda invece Gabriele Cerulli – al palazzetto venivano alle partite poco più di duecento persone. Con l’arrivo di Claudio l’affluenza al PalaBcc iniziò ad aumentare e fu certamente lui il polo d’attrazione di quella squadra che alla fine meritò il ripescaggio in C nazionale. Credo che ogni ragazzo ambizioso debba imparare da lui a mantenere lo spirito della tenera età ed avere grande umiltà”. Un anno e mezzo durante il quale la città di Vasto ha davvero avuto una grande fortuna. “È’ stato di certo uno dei più grandi giocatori che io abbia visto a Vasto- ci dice Luigi Cicchini, assistant coach in prima squadra a Vasto in quegli anni e tutt’ora- . Giocatore con carisma da vendere, tiro mortifero dall’arco. Correva come un ragazzino. L’episodio che non dimenticherò mai è quando segnò da quasi centrocampo contro Campobasso allo scadere. Mentre la palla era ancora in aria, lui si inginocchiò quasi come se volesse seguire la traiettoria del suo tiro. Quando la palla entrò ebbe un’esultanza come se avesse vinto la coppa del mondo. Grande giocatore, grandissimo giocatore”.
Gli ultimi anni della carriera da giocatore. Dopo la parentesi vastese, passa al Martinsicuro Basket sempre in C regionale, per poi andare l’anno successivo alla We’re Basket Ortona, con cui farà i playoff di serie D. “Lui è sempre stato un esempio sia come giocatore che come persona- ricorda il vastese Christian Di Giulio, con lui ad Ortona quell’anno – per come si comportava in campo con compagni ed avversari. Ogni anno le persone si meravigliavano come potesse continuare a giocare a quel livello e a mantenere quel tiro”. Sì, perché Claudio ha 47 anni eppure va a canestro con la stessa voglia di un giocatore delle giovanili. Trova successivamente il tempo di sedersi in panchina e lo fa a Cepagatti in promozione. Di questa esperienza ha qualcosa da raccontare lo studente vastese Domenico De Felice, a Cepagatti sino allo scorso anno, che ricorda il primo discorso della prima partita di campionato fatto alla sua squadra: “Per giocare a basket ci vogliono tre cose: testa, cuore e coraggio. Senza queste tre cose non arrivi da nessuna parte. Quando invece ci doveva spiegare gli esercizi, terminava la sua spiegazione con un tiro da qualunque posizione e segnava sempre. Sempre. Guardava la partitella del venerdì in allenamento dagli spalti in alto come uno spettatore, per capire meglio le dinamiche di gioco. E non si tratteneva mica quando sbagliavamo qualcosa”. Non contento, ‘Moses’ si toglie ulteriormente un’altra grandissima soddisfazione. Con la Nazionale Master, dopo aver vinto l’Europeo over 45 nel 2012 ed il mondiale Over 40 (2013) ne vince un altro di trofeo con la maglia azzurra: l’europeo over 45 della scorsa estate a Ostrawa. Con lui ci sono i due vastesi- decani della pallacanestro a Vasto- Sergio Desiati e Saverio Celenza. Il primo, Sergio – capitano per anni nella Vasto Basket- ci racconta sinceramente: “Ho giocato con uomo eccezionale. Un giocatore straordinario. Un vincente. In nazionale abbiamo condiviso la camera, oltre che le grandi gioie provate durante la meravigliosa esperienza di questa estate”. Saverio, invece, ci dice di aver “ritrovato Claudio dopo qualche anno in cui non giocavamo più contro e insieme e in un contesto come quello di una nazionale. È stato qualcosa di unico e per me è stata la conferma di aver avuto la fortuna di condividere tanti momenti con un campione, dentro e fuori dal campo. Gli anni che abbiamo giocato insieme a Vasto sono indimenticabili, sia sotto il profilo sportivo che sotto quello umano. Con una personalità del genere, poi, è impossibile non andare d’accordo”. Oltre trent’anni di carriera e un innumerevole numero di canestri realizzati, triple segnate da situazioni possibili e impossibili, vittorie, sconfitte vissute con lo spirito di chi ama la pallacanestro. Domani al Pala Tricalle un’altra partita, dopo una lunga carriera, di un grande giocatore. Un’altra partita da scrivere nel grande libro delle partite giocate in campo, in compagnia di chi ha seguito e conosce bene la storia cestistica di Claudio ‘Moses’ Capone. Un addio alla pallacanestro che in fin dei conti sarà sempre e solo un arrivederci.