Nuove proteste in casa Sevel in questo inizio anno; a scatenare i malumori della Fiom, la decisione dell’azienda di “aumentare i carichi di lavoro”, con la richiesta di straordinari.
“In questi anni, – spiega Davide Labbrozzi, segretario provinciale della Fiom – la Sevel ha spiegato quanto fosse necessario fare sacrifici, quanto indispensabile fosse sopportare e supportare, chiaramente per il bene dell’Azienda. Le lavoratrici ed i lavoratori della Sevel hanno subìto la politica di contenimento dei salari che grazie ai sindacati ‘firmatutto’ è stata possibile ed è stata implementata benissimo; chi lavora ha subìto gli aumenti di produttività che l’Azienda ha supportato con il quasi solo aumento delle saturazioni; le lavoratrici ed i lavoratori hanno dovuto accettare che ci fosse una gestione unilaterale delle fermate collettive, interamente pagate da chi lavora”.
Inoltre dalla Fiom fanno sapere che i volumi produttivi del 2014 sono stati riconfermati per il 2015, una buona notizia che però rilancia l’esigenza del sindacato “di dover agire per ristabilire equità sociale all’interno della fabbrica più produttiva del gruppo per il segmento di appartenenza”.
Capitolo a parte quello relativo al livello occupazionale: “La Sevel, – ricorda Labbrozzi – ha perso nel corso di questi ultimi anni oltre mille occupati, tanti sono stati i fuoriusciti perché precari, oppure pensionabili, o persone che hanno scelto di fare altro. Nonostante ciò, nessun rimpiazzo se non qualche decina di assunti precari”.
Su questi tre punti specifici, “la Fiom crede sia giunto il momento di aprire una discussione seria, un confronto a tutto campo per analizzare la condizione attuale e decidere come ridistribuire equamente i benefici derivanti dai risultanti esaltanti che la Sevel ha raggiunto in questi ultimi anni. Il 2014 è stato considerato il terzo miglior anno della storia produttiva di Sevel, è quindi giunto il momento di aprire una discussione seria, non di quelle finte che le altre sigle predispongono per fare scena, ma un tavolo per discutere seriamente di un piano che preveda nuove assunzioni; un percorso di ridistribuzione della ricchezza prodotta; un’analisi dei carichi di lavoro”.
E proprio rispetto ai carichi di lavoro Labbrozzi sottolinea: “Abbiamo l’esigenza di affermare il ruolo sociale d’impresa, è inaccettabile che un’azienda con livelli produttivi elevatissimi non ragioni di assunzioni, ma di straordinario; che di fronte al calo degli occupati si proceda verso l’innalzamento dei carichi di lavoro; che dinanzi ad una crisi economica così imponente ed alla iperproduzione di ricchezza, non si percepisca il bisogno di interrompere la politica di contenimento dei salari. Le altre organizzazioni hanno le mani legate dagli ‘accordicchi’ sottoscritti in questi anni, la Fiom è libera di difendere gli interessi dei lavoratori e della lavoratrici, non ha mai smesso di farlo, lo sta facendo e continuerà a farlo. Durante il periodo di estromissione della Fiom dalla fabbrica hanno demolito trent’anni di storia sindacale, ora bisogna tornare a lavorare per riappropriarsi dei diritti tolti”.
Pertanto, la Fiom ha deciso di indire sciopero per le tre giornate di straordinario annunciate dall’Azienda che si terranno i prossimi 10, 17 e 25 gennaio 2015. “È necessario iniziare a costruire un percorso sindacale alternativo a quello proposto in questi ultimi anni, le lavoratrici ed i lavoratori della Sevel lo meritano” conclude il segretario provinciale Fiom.