Il suo è un punto di osservazione sulle persone che ogni giorno vanno e vengono, che si muovono per recarsi sul posto di lavoro, per andare a studiare o per viaggi lontani. Osserva chi parte e chi arriva e, come accade sempre più spesso negli ultimi tempi, raccoglie gli sfoghi dei viaggiatori per i tanti problemi della stazione di Vasto-San Salvo. Stefania La Verghetta, gestisce il bar della stazione, la sua famiglia aveva già l’attività nel vecchio scalo di piazza Fiume, poi, nel 1989, anno dell’apertura della nuova stazione, il trasferimento nella nuova struttura. “Abbiamo vissuto tutto il processo evolutivo di questa stazione – racconta Stefania – e, purtroppo, anche il regresso che negli anni ha subìto e che sta continuando a sopportare”. L’ultima notizia negativa in ordine di tempo è quella della chiusura del posto di polizia ferroviaria. Un taglio, compreso nel processo di riorganizzazione delle forze di polizia, che si aggiunge ai tanti tagli già subiti dalla stazione di Vasto-San Salvo. A cominciare dai treni a lunga percorrenza, che hanno ridotto le fermate.
Oggi, per poter prendere i treni come il Frecciabianca bisogna raggiungere Termoli o Pescara. Eppure il territorio di riferimento è ampio, comprende tutto il Vastese e anche il Molise, visto che per tanti comuni dell’Isernino è più semplice e meno costoso raggiungere la stazione di Vasto-San Salvo piuttosto che quella di Termoli. Ridotti i servizi di biglietteria, di assistenza ai viaggiatori, nelle ore serali la situazione è quasi spettrale. Ma i viaggiatori continuano ad utilizzare i treni. “Non c’è un calo delle persone che prendono il treno – commenta Stefania -, anzi, forse oggi con la crisi più persone scelgono il trasporto su rotaia”. Anche in estate ci sono diversi turisti, specie famiglie, che arrivano con il treno”. Ma, una volta scesi, si trovano di fronte ad una situazione poco accogliente. Nei giorni scorsi un lettore aveva scritto una nota in cui provocatoriamente sosteneva “ora attendiamo la soppressione definitiva della stazione”. Di parere diverso la giovane barista. “Non sono d’accordo, anche se lo sfogo ci sta, perché quello che bisognerebbe fare è unirsi per rivendicare i diritti di tutti i cittadini ad avere un servizio efficiente. Però devo dire che fino ad oggi le istituzioni e gli stessi cittadini non hanno mai preso posizione in maniera concreta o comunque provveduto ad imporre un servizio più efficiente per il territorio, sollecitando la regione, l’istituzione interessata a garantire in questo caso la mobilità dei suoi cittadini”.
È necessario avere uno sguardo positivo, per fare in modo che questo luogo torni ad offrire un servizio di qualità ai cittadini. “C’è un piazzale molto ampio, perchè non lo si utilizza per le fermate dei bus extraurbani, per quelli che fanno le lunghe tratte? Potrebbe essere un incentivo all’uso del treno”. Altra problematica di cui si dovrebbero interessare le istituzioni è quella degli orari. Di sera non ci sono corse da e verso Pescara, limitandone quindi l’utilizzo da parte soprattutto dei giovani. Da qui la voce di chi lavora tutti i giorni in questo luogo. “Tutti uniti, mi riferisco alle amministrazioni (avendo notato particolare interesse principalmente da parte del sindaco di San Salvo) dovremmo prendere atto seriamente che bisogna lavorare nella stessa direzione perché si raggiungano risultati importanti riguardo il trasporto ferroviario ed il servizio nell’interesse del cittadino, perché anche questa è Italia, non solo il versante tirrenico, anche questo è Abruzzo, non solo Pescara”. Sull’annunciata chiusura del posto di polizia ferroviaria “non posso che esprimere la mia amarezza nei confronti di questa situazione, ma allo stesso tempo mi sento in dovere di dire che qualora risulti essere una presa di posizione irrevocabile, noi, a tutela della nostra attività e della clientela che numerosa frequenta questo posto ogni giorno, istituiremo il servizio di sicurezza privata e a nostre spese, dato che sembra essere l’unica soluzione da poter attuare”.