“La benemerita sezione di Vasto non chiuderà i battenti, almeno fino a quando ci sarò io”. È stato il generale Carlo Palumbo, presidente provinciale di Chieti dell’Anmig e vicario regionale dell’associazione nazionale dei mutilati e invalidi di guerra, a far tirare un sospiro di sollievo agli iscritti vastesi dell’organizzazione, che, l’altra sera, hanno partecipato numerosi al convegno sul tema “Guerra e Resistenza in Abruzzo”, con lo storico Costantino Felice appassionato relatore. Nella sede di via Leopardi, per l’occasione tirata a lucido dal fiduciario di sezione, l’ingegner Alessio Ciffolilli e dalle “Donne del Sorriso”, un gruppo di laboriose iscritte, un pubblico numeroso e partecipe ha rivissuto alcuni dei passaggi più importanti del secondo conflitto mondiale e della lotta partigiana in Abruzzo, con la Brigata Maiella e non solo in primo piano.
“L’Abruzzo – ha detto tra l’altro Felice – ha segnato pagine fondamentali nel conflitto”. Tra gli ospiti, con il generale dei carabinieri, Gianfranco Rastelli, c’erano, tra gli altri, la parlamentare del Pd, Maria Amato e il sindaco di Vasto, Luciano Lapenna. Appassionate le riflessioni della Amato, pronta a rinverdire i ricordi del papà, militare nei sommergibili della Marina Militare e dello stesso primo cittadino. E si è commosso fino alle lacrime, Luciano Lapenna, che dell’Anmig è da tempo socio, quando ricordando papà Alberico, mutilato di guerra e di recente scomparso, ha evocato lo spirito di chi, oggi come nel passato, è pronto a lottare per tenere alti i valori della patria. La serata è stata impreziosita da un momento musicale, con l’ esecuzione di brani classici della melodia italiana, eseguiti dal trio formato dal maestro Silvano Muratore, il soprano Noriko Oto e dalla violinista Mayumi Muratore. “Non si è trattato di una mera operazione nostalgia – ha detto alla fine, soddisfatto – il presidente Palumbo – posto che gli interventi, la rigorosa relazione del professor Felice, sono stati di alto profilo storico ed umano. Due ore che hanno arricchito il pubblico in termini di cultura, passione civile, impegno sociale. E di questi tempi non è poco”.
Gianni Quagliarella