“Le malattie virali non devono divenire uno strumento di discriminazione, come è avvenuto per l’Aids. L’uso di parole come nuova peste, emergenza sanitaria, pandemia, malattia che non da scampo vengono utilizzate in parte strumentalmente per evocare paure nella gente e concentrare le paure sugli stranieri come se un virus potesse distinguere un migrante da un turista come veicolo di contagio.
E’ assolutamente corretto fare salire l’allerta, attivarsi e chiedere risorse per una azione internazionale volta a risolvere i focolai epidemici, ma è necessario passare attraverso una corretta informazione: il panico, la paura dello straniero, il cordone di difesa rispetto ai flussi migratori non è funzionale a questo obiettivo”. Con queste parole Maria Amato è intervenuta ieri alla Camera dei deputati per presentare la relazione del Pd in risposta all’interrogazione della Lega Nord che chiedeva la sospensione dell’operazione Mare Nostrum.
“Le priorità d’azione rispetto ad un focolaio epidemico sono: la cura dei malati, l’isolamento del focolaio e il controllo del percorso di contaminazione, ha aggiunto la deputata vastese -. L’isolamento in un percorso di cura ha una traduzione diversa dal sospendere immediatamente l’operazione Mare Nostrum, l’isolamento del focolaio necessita di un azione medica diretta sul focolaio, non di difesa dei nostri confini”.
Maria Amato ha anche citato la risposta del direttore dell’Istituto Sacco di Milano al Corriere della Sera alla domanda: i controlli funzionano? “L’OMS sta rivedendo i sistemi di controllo e di sicurezza. Ebola ha messo in evidenza la fragilità dei Sistemi sanitari dei paesi poveri ed il sistema dei controlli in porti ed aeroporti basati su risposte del viaggiatore che può eludere eventuali quarantene”, riferendosi a “viaggiatori, di aerei, di navi e non solo di migranti e di Mare Nostrum”.
Secondo la Amato “non è bloccando Mare Nostrum che si risponde meglio. Occorre invece una campagna di informazione corretta su modalità di trasmissione del virus, sui sintomi,e richiamo alle procedure da utilizzare nel sospetto di infezione. Potenziamento della Rete delle Unità Operative di Malattie Infettive.
Queste cose sicuramente contribuiranno di più ad un approccio corretto, senza falsi e pericolosi allarmismi evitando di fomentare un sentimento xenofobo e di intolleranza non degno di un paese civile. La risposta a una epidemia, la risposta ad un virus, la risposta alla diffusione di una malattia è fatta di medicina affiancata a misure di polizia sanitaria”.