Se il 2013 era stato l’anno delle medaglie, con i successi a Giochi del Mediterraneo e Universiadi, il 2014 di Giulia De Ascentis segna un passaggio importante nella sua carriera in vasca. Dopo l’esperienza agli Europei in vasca corta di Herning, che le hanno portato una medaglia di bronzo a posteriori, la ranista vastese ha esordito con la nazionale italiana negli Europei di Berlino. Alla fine ha conquistato anche l’accesso nella finale dei 200 rana, chiusi al 7° posto. Ripensando agli ultimi mesi tribolati è un risultato che vale tanto, anche perchè è riuscita a migliorare il suo personale. Approfittando di una pausa dagli allenamenti a Roma l’abbiamo incontrata per una chiacchierata in giro per la città. Fiera nella sua tuta della nazionale “l’ho sempre desiderata da quando ero piccola”, racconta, Giulia ripensa a quanto fatto a Berlino. “Non so come sia potuta riuscire a migliorare il tempo. È il segno che a volte la testa riesce a fare delle cose anche se il corpo non è al massimo. Sono arrivata stremata alla finale dei 200, ma ero decisa a partire forte per provare a giocarmi le mie chance. La prima metà di gara è andata bene, poi la mancanza di allenamento si è fatta sentire”. Una mancanza di allenamento non dovuta a poca volontà o chissà che altro. Semplicemente qualche malanno di troppo che l’ha costretta a qualche giorno di pausa forzata e poi ne ha condizionato la preparazione nella fase cruciale della stagione. “Sono stata ferma solo lo stretto necessario. Poi sono voluta tornare subito in acqua. Forse anche quello mi ha rallentato la guarigione ma dovevo riprendere a nuotare il prima possibile”. Se la 21enne ranista aveva un credito da pagare alla sorte si può dire che l’abbia saltato. Pensando ai prossimi anni importantissimi viene da dire “meglio che sia capitato ora che magari tra due anni”.
Parlare dell’esperienza vissuta a Berlino le fa brillare ancora gli occhi. Dopo i disastri del nuoto azzurro alle Olimpiadi di Londra si sta creando un gruppo solido e che è tornato a raccogliere successi in serie. “Tra di noi c’era aria di festa, tanta allegria. Chi, come me, era alla prima esperienza, si è sottoposto al rito della colorazione dei capelli (il taglio per i maschi), abbiamo pagato la cena delle matricole, durante cui abbiamo dovuto leggere la poesia in rima riguardante la nazionale”. Un bel rapporto c’è anche con Federica Pellegrini, sua compagna di squadra dell’Aniene. “Con lei ed Elena Gemo, mia compagna di stanza, siamo andate a comprare la tinta per i miei capelli. Ci siamo anche ritrovate davanti alla sua gigantografia nel negozio, visto che è testimonial di uno shampo. È stata lei a twittare le foto di quei giorni divertenti”.
L’anno in corso ha portato anche altre novità nella vita di Giulia De Ascentis. Infatti da qualche mese è entrata nel Corpo Forestale dello Stato. Per lei un doppio tesseramento oltre a quello “civile” con il Circolo Canottieri Aniene. “È una grande opportunità, perchè ti permette di avviare una carriera parallela a quella sportiva. Sono iscritta anche all’università, a scienze forestali e ambientali, per me che sono appassionata per la natura è ideale. Quest’anno siamo entrati io e Marco Belotti, ma ci sono anche altri nuotatori, così anche i momenti di vita di caserma, le esercitazioni, si affrontano meglio”. Il nuoto è uno sport individuale, tranne che per le staffette, ma la squadra azzurra ha saputo fare gruppo. “Il clima tra di noi era sempre sereno. Si è creato un bello spirito di gruppo. Ci facevamo sempre il tifo a vicenda, quando ero in vasca sapevo che sugli spalti c’era il gruppo per fare il tifo per me”. Dal punto di vista sportivo la sua partecipazione a Berlino è stata in linea con l’obiettivo prefissato. “Era importante centrare la finale in un Europeo dove c’erano tutte le più forti. Certo, avrei voluto migliorare ancora di più il tempo, ma vorrà dire che devo lavorare ancora”. Una delle gioie di questo 2014 è la notizia della medaglia di bronzo agli Europei in vasca corta del 2013. In quella occasione era arrivata quarta, ma la squalifica della russa Efimova, vincitrice della gara, l’ha fatta salire sul podio a posteriori. Quello che manca però è la medaglia. “Il mio allenatore ha ricevuto la promessa dalla federazione che la medaglia arriverà. Spero possa davvero riceverla perchè è davvero bellissima”. In attesa di quella vera, da appendere in casa tra le tante conquistate in questi anni, gliene abbiamo portata una virtuale.
Inutile nascondersi, i prossimi due anni saranno quelli decisivi. “Saranno due anni di fuoco, in cui bisognerà dare tutto ciò che non si è dato fino ad ora”. Giulia conserva la sua serenità e con assoluta razionalità guarda al futuro. “Il mio allenatore, Massimo Meloni, mi ripete sempre che abbiamo impostato un programma a lungo termine. A me serve fare tanti chilometri in vasca, io più nuoto e più vado meglio, il mio fisico reagisce nel modo giusto alla fatica. Quest’anno, purtroppo, i malanni non mi hanno permesso di esprimermi al meglio, ma c’è tempo per rimediare”. Una ranista con il motore diesel, pronta a raggiungere il massimo della prestazione nell’estate del 2016, quando ci sarà l’appuntamento a cui ogni atleta sogna di partecipare almeno una volta nella sua carriera. “Dobbiamo puntare all’obiettivo finale continuando a lavorare e senza avere l’assillo di fare risultati. Chiaramente, quello che arriva strada facendo è tutto guadagnato”.
La vittorie, la nazionale, gli europei. Giulia si sta guadagnando sempre più le luci della ribalta. Ma continua a mantenere un profilo basso, in linea con il suo carattere riservato, specie sulla sua vita privata. Contrariamente a tanti suoi colleghi e colleghe la sua “presenza” sui social network è limitata al mantenere i contatti con gli amici che sono in altre parti d’Italia. “In molti hanno la pagina pubblica, ma insomma, penso che non sia proprio il caso”. Su twitter, che impazza tra gli atleti, neanche è iscritta. “Prima o poi lo faccio, ma tanto so che non lo aggiornerei mai. Quando sono nelle manifestazioni non avrei mai il tempo (e forse la voglia) di stare lì ad aggiornare il profilo o pubblicare foto e messaggi”. Arrivano, però, le richieste di autografi. “A Berlino davvero tante, anche perchè ero sempre con la tuta della nazionale e quindi c’erano tanti ragazzini che ci vedevano e si avvicinavano. In tanti erano italiani, è stato piacevole. Agli assoluti c’è stato un episodio simpatico. Stavo parlando con mia madre e la madre di una mia amica ed una bimba si era avvicinata ma restava lì silenziosa, tant’è che non l’avevo notata. Poi si è fatta coraggio e mi ha chiesto se le facevo l’autografo, è stata davvero carina”.
Camminando nelle vie del centro storico, con la sua tuta ‘azzurra’ che si conquista l’attenzione dei passanti, la madre, Laura, ascolta attentamente i racconti della figlia. “Lei è sempre presente, ovunque sono io c’è sempre lei – racconta sorridente Giulia -. Ormai è un’esperta delle gare di nuoto, sa tutto, conosce tutto, è venuta anche a Berlino”. Una presenza costante e silenziosa, che gioisce per i successi della figlia ed è pronta a sostenerla nei momenti (e quest’anno ce ne sono stati) in cui è necessario. Un legame in cui Giulia De Ascentis, riesce a trovare la sua forza. Cosa manca? E’ nella società sportiva più importante in Italia, è allieva agente della Forestale, è un’atleta azzurra. Gli obiettivi dei prossimi mesi sono lì davanti ai suoi occhi pronti per essere raggiunti, nuotando una vasca dopo l’altra. Mondiali, europei e poi… tre lettere e cinque cerchi da sognare.
Foto di Costanzo D’Angelo
Foto – Giulia De Ascentis 2014
Foto di Costanzo D’Angelo – Occhio Magico