Più di due tonnellate di marijuana per un valore di circa nove milioni di euro. Numeri imponenti per il maxi sequestro di droga compiuto dalla Guardia di Finanza di Termoli. Per due giorni gli uomini delle fiamme gialle, in collaborazione con la Guardia Costiera, hanno setacciato il tratto di mare antistante le coste molisane, abruzzesi e pugliesi. Ad insospettire le forze dell’ordine e far scattare quindi i controlli erano stati movimenti sospetti in mare nel pomeriggio di sabato, ritrovando poi i primi 30 chili di droga. Ma il grosso del carico, proveniente dalle coste albanesi, è stato trovato oggi, con le balle di droga che, spinte dalla corrente, sono finite sugli scogli fino a Campomarino, a nord, e a Torre Fantine, a sud.
È la prima volta che un carico di droga così imponente viaggia via mare in direzione del Molise. Da qui lo stupefacente sarebbe stato dirottato verso i traffici locali in tutto il centro-sud Italia. La droga è stata recuperata ma i finanzieri non sono riusciti a fermare chi stava trasportando quel carico così imponente, confidando in minori controlli durante il fine settimana e contando di potersi muovere agevolmente in un porto come quello di Termoli finora mai interessato da sbarchi di droga. Ecco, quindi, che il lavoro degli inquirenti dovrà cercare di capire come i trafficanti hanno cambiato le modalità per far arrivare i loro carichi a destinazione. Le tratte note erano quelle che dalla Puglia, attraverso A14 e ss16, o dalla Campania, attraverso Trignina e Bifernina, risalivano poi l’Adriatico.
Potrebbe però essere un modus operandi già collaudato le territorio di Abruzzo e Molise che, fino a ieri, aveva sempre, o quasi, detto bene ai trafficanti. Aveva destato particolare attenzione il rinvenimento di 80 chili di droga, sempre marijuana, sulla spiaggia di Torino di Sangro lo scorso aprile. Potrebbe essere una partita arrivata sulla spiaggia abruzzese da uno dei viaggi Italia-Albania. Di certo nelle prossime settimane verranno intensificati i controlli, per trovare eventuali altri indizzi in mare, magari punti d’appoggio dove occultare gli involucri in attesa del trasporto a terra.