Una partita da 2,5 kg di eroina consegnata nel 2011 a Gissi e monitorata dai carabinieri della Compagnia di Vasto che, dopo diversi giorni di indagini e appostamenti, arrestarono due persone, i coniugi campani Lorenzo Cozzolino e Italia Belsole (nella foto la conferenza stampa con il comandante della stazione di Gissi, Lacerenza, l’allora comandate della Compagnia di Vasto, Loschiavo, e l’ex comandante del Nor di Vasto, Lenoci). In quell’occasione, nel corso del blitz nell’abitazione dei due a Gissi, furono sequestrati droga, denaro e attrezzature utilizzate per il confezionamento dello stupefacente. Oggi, nel corso della conferenza stampa tenuta presso il comando provinciale dei carabinieri di Chieti, è stato reso noto come quell’indagine, inizialmente coordinata dal dottor Giancarlo Ciani, della Procura della Repubblica di Vasto, e successivamente dal dott. David Mancini, della Direzione Distrettuale Antimafia di L’Aquila, abbia portato i Carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo di Chieti a disarticolare un’organizzazione criminale, capeggiata da pregiudicati albanesi trapiantati da tempo in Italia, che gestiva una redditizia attività di traffico e spaccio di cocaina, eroina, hashish e marijuana in tutto il territorio nazionale, con particolare attenzione in Abruzzo, Marche e Puglia. L’operazione è stata denominata Conventus.
“Questa mattina – spiega una nota dei carabinieri – gli uomini dell’Arma, in Chieti, Ascoli Piceno, Macerata, Bari, Ancona, Lucca e Genova, con l’ausilio dei colleghi dei Comandi territorialmente competenti e di un velivolo del Nucleo Elicotteri di Pratica di Mare, hanno eseguito 32 ordini di custodia cautelare, 12 in carcere, 17 ai domiciliari e 3 obblighi di presentazione, nei confronti di soggetti, italiani e stranieri, accusati, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione e porto e detenzione di armi. Con il medesimo provvedimento restrittivo il G.I.P. del Tribunale di L’Aquila, dott. Giuseppe Romano Gargarella, ha inoltre emesso ulteriori 4 provvedimenti restrittivi a carico di 2 soggetti spagnoli e 2 albanesi, tutti residenti in Spagna, per i quali sono state avviate le procedure per il mandato di arresto europeo. A 7 di loro è stato inoltre contestato il reato di Crimine Organizzato Transnazionale”.
Gli inquirenti, partendo proprio da quel sequestro del novembre 2011, hanno potuto tracciare lo schema di un sodalizio criminale di tipo imprenditoriale. “Ingenti partite di droga – spiegano i carabinieri – venivano acquistate all’ingrosso e poi smistate in tutto il territorio nazionale attraverso un’efficiente rete di contatti e collegamenti con esponenti della criminalità abruzzese e marchigiana e attraverso il coinvolgimento di cittadini stranieri residenti in Spagna, Bolivia e Albania che utilizzavano sim card intestate a persone inesistenti, o acquistate con documenti contraffatti, in grado di eludere ogni tipo di intercettazione telefonica o informatica. Il trasporto dello stupefacente, invece, avveniva mediante l’utilizzo di autovetture opportunamente modificate.
L’eccellente qualità e la competitività del prezzo di vendita della droga ha permesso ai criminali, nel corso del tempo, di gestire il mercato dello spaccio in regime quasi monopolistico, con la possibilità di rinvestire il denaro capitalizzato nell’acquisto di altro stupefacente in maniera da aumentare, di volta in volta, l’egemonia di controllo dell’illecito mercato. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati complessivamente Kg. 26 di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, eroina, hashish e marijuana nonché 4 autovetture utilizzate per il trasporto della stessa”.
Nel corso dell’attività investigativa, sono state 12 le persone tratte in arresto, in flagranza di reato, con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, mentre sono state 15, tra cui anche un minore, quelle denunciate a piede libero, a vario titolo, per i medesimi reati. Documentate anche molteplici transazioni internazionali di denaro a favore di personaggi residenti in Bolivia, Spagna e Albania con le quali venivano reinvestiti i capitali provenienti dall’attività illecita per acquistare nuove partite di droga da immettere sul mercato italiano.
Restano da catturare 10 soggetti, al momento irreperibili ed attivamente ricercati. Alcuni di loro sono già stati individuati all’estero, mentre per gli altri le ricerche sono in corso di svolgimento su tutto il territorio nazionale”.