Il WWOOF World Wide News, nasce in inghilterra più di 30 anni fa, ma è un modo di conoscere il territorio che negli ultimi anni sta avendo un grande incremento. L’associazione diventa internazionale nel 2011 e offre a quanti vogliano fare un tuffo nel mondo agricolo, la possibilità di contribuire con il proprio lavoro in cambio di ospitalità. È curioso come una generazione di ragazzi sempre più chiusi davanti al proprio computer, abituati all’interazione virtuale sui social senta la necessità di un ritorno all’antico, di conoscere il lavoro agricolo nei suoi aspetti più artigianali, di scoprire paesaggi rurali.
Una wwoofers è arrivata in Abruzzo in questi giorni, una ragazza spagnola, si chiama Bàrbara Crespi Ramos, ha un casco di ricci scuri ed un sorriso che conquista, nella vita fa tutt’altro, lavora nella cooperazione internazionale a Madrid e come dice lei, sul sito ha letto “Wwoofing, un’esperienza di apprendimento autentico in lavori agricoli nei campi, la possibilità di condividere la giornata con i loro proprietari. Questa definizione mi sembra un buon inizio per un nuovo capitolo della mia vita e non riuscivo a pensare ad una destinazione migliore ricca di sapori e tradizioni paese come l’Italia” e così ha fatto richiesta ed è partita.
Per un mese ha girato per l’Italia, prima in Emilia Romagna ad imparare a fare marmellate biologiche, ed ora con la vendemmia, in Abruzzo in una azienda vinicola di Chieti dallo spiccato stile artigianale, la Tenuta i Fauri, condotta da due giovani come lei, Valentina e Luigi Di Camillo. Tornerà in Spagna con le nostre dolci colline abruzzesi negli occhi, con qualche conoscenza in più sul lavoro agricolo di fare vino e con il rumore dell’Adriatico nelle orecchie. Questo è un modo per far conoscere la nostra Regione, uno strumento che i giovani Di Camillo hanno saputo cogliere (e aderendo “non per avere manodopera a basso costo”, spiegano loro), ma racconto di un territorio e di una maniera di fare il vino moderna ed insieme rispettosa degli insegnamenti passati.
Barbara è tornata alla sua vita, a Madrid, ma ci lascia la sua impressione che profuma di Abruzzo e di orgoglio per il lavoro di agricoltore e vignaiolo: “Sono rimasta sorpresa di quanto velocemente mi sono sentita a casa. Non sapevo nulla di vino e in una settimana ho imparato a raccogliere l’uva, a seguire il processo di fermentazione, ad accogliere i clienti e osservare il lavoro di comunicazione. Quello che mi è piaciuto di più è avere la possibilità di vedere Luigi prendersi cura delle uve, le risate nelle lunghe giornate di vendemmia, la tavola sempre imbandita per pranzo da Tiziana, la gioia costante nel suo lavoro nei campi di Domenico e l’amore contagioso di Valentina per il suo mestiere di fare vino”.