Otto campionamenti su nove eseguiti lungo la costa abruzzese hanno evidenziato la presenza di scarichi non trattati adeguatamente con una carica batterica che superava di almeno il doppio i valori consentiti dalla normativa vigente, con un giudizio quindi di “fortemente inquinato”. Criticità di certo non nuove in questa regione e proprio per questo è ormai indispensabile che la Regione Abruzzo affronti la sfida della depurazione con urgenza e determinazione. Anche l’Unione Europea ci chiede di fare presto: la nuova procedura di infrazione arrivata nei mesi scorsi coinvolge 46 agglomerati urbani abruzzesi nei quali sono state riscontrate “anomalie” circa il trattamento dei reflui. Legambiente chiede quindi che Regione e amministrazioni comunali, sia dei centri costieri che dell’entroterra, si attivino immediatamente per risolvere questo grave deficit depurativo e non compromettere ulteriormente una delle principali risorse di questo territorio.
È questa la fotografia scattata dalla celebre campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, che in questi giorni ha fatto tappa in Abruzzo.
I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente nei giorni 24 e 25 luglio scorso. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come“inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori. I giorni che hanno preceduto i campionamenti sono stati caratterizzati da pioggia e questo può avere influito sulla qualità delle acque campionate. Le condizioni meteorologiche non possono però essere un alibi al quale appellarsi per nascondere ben altre responsabilità.
L’unico campionamento che ha fatto registrare inquinanti contenuti entro i limiti di legge è stato quello eseguito a Pineto (località Marina), in provincia di Teramo, alla spiaggia di fronte via Liguria. Per tutti gli altri il giudizio è stato, invece, di “fortemente inquinato”. Si tratta dei tre campionamenti effettuati in provincia di Chieti: a Vasto (foce del fosso Marino, in località Marina); a Torino di Sangro (foce del fosso del Diavolo) e Fossacesia (foce del fosso San Giovanni in località San Giovanni in Venere). A Pescara due i campionamenti “fuorilegge”: alla foce del fosso Vallelunga, in località San Silvestro, e per il prelievo in mare, presso Lungomare Matteotti, altezza via Balilla, a Pescara Marina. Ancora, sempre in provincia di Teramo, a Silvi Marina (foce del fiume Cerrano); Pineto Marina (foce torrente Calvano) e a Giulianova (località lido, alla foce del canale sulla spiaggia a nord del porto, in via lungomare Zara).
La classificazione come “fortemente inquinato” viene assegnata da Legambiente con i seguenti calori: Enterococchi intestinali maggiori di 400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 1000 UFC/100 ml. I valori limite per le acque marine sono 200 UFC/100ml per gli enterecocchi intestinali e 500 UFC/100ml per l’escherichia coli.
Nello specifico della foce di Fosso Marino, a Vasto, il giorno 22 luglio era stato effettuato un prelievo da parte dell’Arta con i seguenti dati Enterococchi <1 UFC/100ml ed Escherichia coli 10 MPN/100ml.
“Da anni ribadiamo la necessità di affrontare il grave problema della depurazione. Ciò non è ancora avvenuto e oggi riscontriamo addirittura un aumento dei punti critici, alle foci dei fiumi e dei torrenti – dichiara Giuseppe Di Marco, presidente di Legambiente Abruzzo -. E’ evidente il ruolo di cartina di tornasole dei corsi d’acqua che evidenziano problemi che sono non solo sulla costa ma anche a monte, a causa di depuratori non funzionanti e scarichi illegali, che in ogni caso “consegnano” il loro apporto inquinante ai nostri mari. Non possiamo affidarci unicamente al mare e alla sua capacità depurativa per risolvere i problemi. Affrontare la situazione della depurazione in questa regione deve essere la priorità nell’agenda politica. Anche perché i soldi ci sono. Per salvare i nostri fiumi, il nostro mare e le nostre coste, e la stessa economia abruzzese, la Regione investa seriamente su questo aspetto, visto le risorse disponibili, per realizzare finalmente gli interventi necessari e convochi insieme ai comuni costieri, quelli interni che si insistono sugli assi di fiumi e torrenti”.