Caro lettore, a volte si commettono errori, non sempre si ammettono le responsabilità. Non in questo caso.
Scrivo come editore di questa testata – per fortuna molto seguita – ma non per questo immune da imperfezioni. Faccio riferimento all’articolo del 2 luglio (link) sulla festa della Parrocchia di San Paolo e ad uno dei conseguenti commenti che concludeva con la frase “TRISTE L’ARTICOLO, TRISTI VOI CHE LO PUBBLICATE”.
Caro Adriano, hai ragione nel merito per quello che dici e aggiungo che hai colpito nel segno. La festa di cui parliamo, di cui ho l’onore di partecipare come volontario, non è solo un mezzo per fare festa e raccogliere fondi per le iniziative parrocchiali. E’ soprattutto un momento vissuto cristianamente e intensamente dalla grande famiglia estesa, come spesso la definisce Don Gianni, dove la fatica condivisa crea aggregazione, le idee nascono con naturale armonia, i sorrisi e l’allegria delle persone animano ogni momento ed ogni spazio. Questa energia positiva, vissuta cercando di esprimere le virtù cattoliche, viene generata in quei tre giorni, moltiplicata e ridistribuita durante tutto l’anno, a beneficio di tutta la parrocchia. Più di cento persone all’opera armate solo di buona volontà, un miracolo che lascia spazio alla provvidenza. Questo e molto più è la festa di San Paolo, ai miei occhi. È riduttivo e offensivo ridurla a quanto descritto dal lettore. E’ vero quindi, Adriano, quella “foto” scattata dal lettore è parziale e sbiadita e, come affermi tu, triste.
Mi assumo la responsabilità morale di averla vista pubblicata sul giornale on-line di cui sono editore, tingendo la testata della tristezza di cui fai riferimento tu. A volte, essendo umani, si compiono errori. La redazione che cura autonomamente tutti i contenuti, capitanata da un valido direttore, non sempre ha gli strumenti e il tempo per valutare – con profondità – le tante lettere che ci arrivano dai lettori, verificandone l’autenticità, l’attendibilità o gli eventuali secondi fini. Per questo, facendo, e facendo tanto e in completa libertà, si può sbagliare, è umano. Solo che la libertà, per produrre cose buone, necessita di responsabilità. Concludo chiedendo sinceramente scusa a tutti coloro che sono rimasti delusi dalla foto parziale e sbiadita posta alla ribalta. Inoltre garantisco, per il futuro, che la redazione gestirà con maggiore cura e zelo “l’angolo dei lettori”, affinché nessuno debba assistere con impotenza ad altre foto parziali o sbiadite.
Saluti. Renato De Ficis