Il Movimento 5 Stelle fa il suo “esordio” in Regione Abruzzo con una conferenza stampa a cui partecipano tutti e sei gli eletti, guidati da Sara Marcozzi, candidata presidente eletta come consigliere nella circoscrizione di Chieti. Con lei il vastese Pietro Smargiassi, Domenico Pettinari, Leonardo Bracco, Gianluca Ranieri e Riccardo Mercante.
Commentando indiscrezioni apparse sulla stampa hanno messo subito le cose in chiaro. “Si rumoreggia che si respirerebbe aria di inciucio nei palazzi della politica regionale. I partiti spererebbero di ammainare le bandiere di guerra e di unire le forze per mettere fuori gioco noi sei consiglieri pentastellati eletti nelle recentissime consultazioni regionali”.
Al centro della questione ci sono le cariche di vigilanza della Regione, da assegnare all’opposizione. Il Movimento 5 Stelle, con i suoi 6 consiglieri (Forza Italia ne ha 5, NCD solo 1), rappresenta la forza maggiore all’interno del consiglio. “In Consiglio regionale i posti più ambiti per chi non ha vinto le elezioni sono di certo la Vice Presidenza, il Consigliere Segretario ed il Presidente della Commissione di Vigilanza. Questi ruoli istituzionali sono posti a tutela della democrazia e del ruolo dell’opposizione.
Il Vice Presidente del Consiglio, oltre a sostituire il Presidente nelle sedute, partecipa all’Ufficio di Presidenza, insieme al Presidente, l’altro vice presidente e i due Consiglieri segretari. L’Ufficio di presidenza si riunisce per deliberare non solo per questioni inerenti l’organizzazione del Consiglio regionale (dall’organizzazione del personale alla gestione dei fondi di funzionamento) ma anche per approvare progetti e la gestione dei patrocini, onerosi e non.
Alla Commissione di Vigilanza è attribuito l’esercizio autonomo della funzione di vigilanza sulla realizzazione del programma e sull’attività dell’Esecutivo. La Commissione effettua anche la valutazione sull’attuazione degli atti normativi e di alta programmazione; riferisce periodicamente al Consiglio sull’attività amministrativa della Regione e dei suoi uffici, sull’attuazione del programma e dei piani regionali, nonché sull’attività degli Enti e delle Aziende dipendenti dalla Regione e sulle funzioni delegate agli Enti locali. E’, dunque, il vero potere di controllo sugli atti (tutti) dell’esecutivo regionale”.
Ecco quindi che i consiglieri del M5S si rivolgono ai consiglieri di maggioranza, i cui voti saranno decisivi per assegnare le cariche, affinchè vogliano “accordarci i loro voti per le cariche di Vice Presidenza, Consigliere Segretario e Presidente della Commissione di Vigilanza”, dando quindi “l’onore e l’onere del controllo debbano necessariamente essere riconosciuti al MoVimento 5 stelle, in un’ottica di tutela dei diritti dei cittadini abruzzesi, di buon andamento dell’amministrazione, di rispetto e tutela dei diritti dell’opposizione. Ciò anche per scongiurare, almeno in Abruzzo, quel clima di inciucio continuo che si respira – ahinoi – a livello nazionale e garantire un controllo reale e concreto (e non di mera facciata) sull’operato del governo regionale”.
Facendo riferimento agli ultimi episodi di cronaca giudiziaria, con inchieste e arresti per “corruzione, turbativa d’asta, falso, emissione di fatture inesistenti che quotidianamente e in maniera trasversale coinvolgono esponenti del PD e/o del centrodestra è evidente come l’unico reale controllo sull’operato della costituenda giunta e sui partiti in generale possa essere effettuato dal M5S“.
I sei portavoce del M5S hanno ricordato come, dopo aver “già sottoscritto l’impegno a dimezzarsi lo stipendio da consigliere, qualora eletti a ricoprire dette cariche rinunceranno anche alle ulteriori indennità, che oscillano tra i mille e i 2mila euro mensili”.