“Quello dell’energia è l’unico tema su cui non sono mai stato d’accordo con Prodi”, che nei giorni scorsi si è schierato a favore delle perforazioni petrolifere nel mare Adriatico. “La comunità scientifica ritiene che nell’Adriatico ci sia una schifezza di greggio dal punto di vista della qualità”.
Nichi Vendola è sul fronte del no all’installazione di nuove piattaforme petrolifere al largo della costa abruzzese. Nel suo tour elettorale a sostegno dei candidati del partito di cui è leader, Sinistra ecologia e libertà, il presidente della Regione Puglia fa tappa prima a San Salvo, poi a Vasto, dove attorno alle 13 tiene una conferenza nella pinacoteca di Palazzo D’Avalos. Accanto a lui ci sono il candidato vastese alla carica di consigliere regionale, Alessandro Cianci, il deputato Gianni Melilla, il coordinatore regionale di Sel, Tommaso Di Febo, e l’assessore comunale Anna Suriani.
Risparmio energetico (“in Italia disperdiamo il 18% dell’energia prodotta”), no a una politica energetica basata sul petrolio e sviluppo delle fonti rinnovabili: questi i tre principi che Vendola rivendica nell’azione del suo governo regionale: “Vorremmo che la discussione si incentrasse sul calcolo del reale fabbisogno energetico. Ad oggi la Puglia consuma il 17% dell’energia che produce, l’87% lo offre al sistema Paese”.
E sulle energie pulite, “non mi piace che abbiamo dato tutti questi incentivi alle imprese. Il contributo va dato alle famiglie per installare un pannello fotovoltaico sul tetto delle loro case, alle imprese agricole per realizzare piccoli impianti per la produzione diffusa di energia. La comunità scientifica ha calcolato che abbiamo 15 anni per evitare che i cambiamenti climatici diventino irreversibili”.
“L’Eni trasferirebbe dieci lavoratori da Ravenna, dove ha un’eccedenza di personale. Succhierebbe risorse senza portare benefici al territorio”, afferma Alessandro Cianci, che rilancia la battaglia per “tutelare la nostra salute” e realizzare al più presto il Parco nazionale della Costa teatina, di cui “Palazzo D’Avalos sia la sede”.
Per Di Febo, “non era scontato il no di tutto il centrosinistra alla petrolizzazione. Siamo riusciti a ottenere questo risultato”.