Gent. mo/a Candidato/a alla Presidenza della Regione Abruzzo,
le chiedo la possibilità di intromettermi nel rush finale della competizione elettorale con questa lettera che, viste le circostanze, sarà necessariamente breve e coincisa.
In qualità di primo cittadino del Comune di Furci ma con lo sguardo rivolto all’intero entroterra vastese, mi preme evidenziarle lo stato di criticità nel quale versa il nostro territorio a causa di tre fattori:
– il grave dissesto idrogeologico che ci caratterizza e che ci consegna, se non si interviene con un piano straordinario, strade sempre più disastrate;
– la mancanza o la perdita del lavoro di molti abitanti del comprensorio (penso alla crisi della Val Sinello e, in particolare, al dramma delle lavoratrici e dei lavoratori ex Golden Lady);
– la perdita o la menomazione dei servizi socio-assistenziali e sanitari di base (è il caso della soppressione della Guardia Medica a Celenza sul Trigno e del depotenziamento dell’Ospedale di Gissi), che devono essere oggetto di un accurato riassetto ma senza mettere in secondo piano il diritto alla salute dei cittadini.
Stando ogni giorno in trincea, ho imparato a conoscere la difficoltà e, a volte, l’impossibilità di dare una risposta concreta ai problemi dei miei compaesani. Dunque non sono qui a chiedere promesse che non è giusto neppure fare, ma a dirle cosa questa porzione di Abruzzo si aspetta dalla nuova Legislatura regionale in termini di impegno e di direzione di marcia. Ci attendiamo una presa di coscienza di queste gravi problematiche, uno studio puntuale delle possibili soluzioni e una calendarizzazione verosimile degli interventi da realizzare all’interno della programmazione strategica regionale, con uno stanziamento di risorse congruo e rapportato alle diverse criticità.
Un’ultima doverosa menzione, che meriterà il necessario approfondimento, è ad un documento, che allego alla presente, firmato a Furci il 27 febbraio 2014 da 23 Sindaci di un comprensorio ampio che va da Fossacesia a San Salvo, da Vasto a Schiavi d’Abruzzo, nel quale si afferma la netta contrarietà alla realizzazione sul territorio di Furci del primo impianto in Abruzzo di trattamento rifiuti pericolosi con annessa discarica. Oltre 250 tipologie di rifiuti pericolosi potrebbero essere ospitate in questa discarica passando per un unico trattamento: l’inertizzazione con calce e silicati. Tutto ciò senza che a livello regionale ci sia stato un dibattito politico nelle sedi competenti sul tema dei rifiuti speciali in Abruzzo, sui loro quantitativi e luoghi di provenienza, sulle modalità di smaltimento.
La politica viene prima della tecnica. La tecnica deve porsi al servizio della politica, cioè della ricerca del bene comune. In questo caso la politica si è interrogata sul bene comune o ha delegato? La delega, la mancanza di attenzione e l’inazione decreteranno la condanna a morte per spopolamento dei nostri preziosi borghi. Se lei ci cercherà, ci troverà qui a lottare per affermare che un altro modello di vita è possibile oltre a quella cittadina e costiera, oltre la solitudine dei grandi centri commerciali: è la vita di paese che ancora conserva saperi e sapori irrinunciabili da traghettare dentro il terzo millennio restando nel solco della loro vocazione agricola, artigianale, artistica e turistica.
Con i migliori auguri di una proficua collaborazione per il bene comune.
Angelo Marchione
Sindaco di Furci