Ad un mese esatto dalle prossime elezioni comunali, in cui sarà candidato sindaco di Cupello a capo di una lista civica, Camillo D’Amico si autosospende dal Partito Democratico inviando una lettera ai segretari regionale e provinciale, al presidente dell’assemblea provinciale, al sottosegretario Legnini e all’onorevole Amato. “Con la presente nota Vi comunico di avere assunto la dolorosa ed irreversibile decisione che, a far data da oggi, mi autosospendo dagli incarichi di partito ed istituzionale (componente degli organi e da capogruppo provinciale)”, scrive D’Amico, che spiega come la sua sia una “decisione sofferta ma meditata che è scaturita dopo aver appreso della vostra presenza, ad eccezione del presidente dell’assemblea provinciale Francesco Ricci, alla manifestazione di presentazione del candidato Sindaco a Cupello di Giuliano Tambelli che, quanto me, presiederà una lista civica alle prossime elezioni comunali del 25 Maggio 2014.
La vostra presenza legittima solo uno schieramento civico in competizione dimenticando che, anche quanti si candidano e sostengono apertamente la mia persona, sono dichiaratamente elettori e sostenitori del P.D e del Centro – Sinistra; forse i nostri voti non servono ed occorrono per vincere le prossime elezioni regionali e le Europee del 25 Maggio?”.
D’Amico era uno dei due candidati alle primarie di Cupello, salvo ritirarsi alla vigilia annunciando la formazione di una sua lista civica. Tambelli, quindi, si è trovato unico candidato, ovviamente vincente. Pur senza nominarlo il riferimento al sindaco uscente Angelo Pollutri traspare dalle sue parole. “Per me – scrive D’Amico -la Politica è sempre stata una passione e non una professione, l’ho sempre intesa come servizio al prossimo e non certo un fine per mero arricchimento personale, mi è sempre piaciuto interpretare l’impegno nelle istituzioni come metodo di governo delle istanze della gente e non strumento di puro carrierismo.Queste sono sempre state le profonde divisioni culturali e di visione della politica, del governo dell’istituzione e del ruolo del Partito che spesso, a livello locale, mi hanno portato a confliggere e distinguermi, anche assumendo ruoli di minoranza interna, e non certo per altre ragioni venali o personali tanto che, verso nessuno, serbo rancore ma nutro rispetto ed amicizia”.
D’Amico punta il dito anche sul metodo scelto dal Pd per le candidature regionali, la “designazione politica adottata dagli organi interni del Partito”.
D’Amico lascia gli incarichi in seno al partito, “ma non intendo lasciare affatto il P.D. con cui voglio ancora mantenere il solido rapporto di adesione e militanza nel rigoroso rispetto dello statuto e delle sue regole interne cosa che, con orgoglio e senso di appartenenza, ho sempre fatto tanto da risultare l’unico consigliere provinciale del gruppo che ha sistematicamente e mensilmente versato, per il tramite di regolare bonifico bancario, la propria quota di contribuzione. Ho scelto di tornare a servire la mia comunità, dopo dieci anni di costante impegno quotidiano fatto in provincia di Chieti, non ho chiesto nulla e nè minimamente immaginato di bussare alle altrui porte per mendicare una candidatura alle regionali pur se, non vi nego, qualche opportunità mi è stata palesemente offerta e sollecitata.
Mi duole dirlo – prosegue D’Amico- ma la coerenza ed il senso chiaro di appartenenza non sempre viene apprezzato e sostenuto dal P.D.; piuttosto si ama inseguire ed assecondare le furbe prepotenze di chi della politica ne ha fatto un mestiere e la interpreta solo come fine personale per pure questioni venali. Personalmente non mi arrenderò mai affinche si affermino i principi che la Politica sia solo una nobile passione civile e l’impegno istituzionale un servizio al governo delle istanze della gente”.