Luciano Lapenna è a Roma, dove incontra il sottosegretario all’Economia, Giovanni Legnini. Quella del sindaco di Vasto è una visita già programmata, ma è difficile pensare che il discorso tra i due non vada inevitabilmente a scivolare sulla crisi politica che, a 24 giorni dall’azzeramento della Giunta municipale, è ancora senza via d’uscita.
Del resto, lo stesso Legnini sabato scorso era venuto a Vasto nel tentativo di porre fine alla discordia tra le due fazioni del Pd, che si stanno scannando sulla composizione della futura Giunta. Nessuno vuol fare un passo indietro: l’area critica, ora sostenuta anche da Domenico Molino, vuol cambiare tutti gli assessori; i sostenitori del sindaco, invece, vogliono rimettere in sella la stessa Giunta disarcionata il 29 marzo scorso, giorno in cui il primo cittadino ha azzerato l’intera squadra di governo della città, chiedendo chiarezza al Partito democratico, da cui pretende la fine degli attacchi e un sostegno incondizionato verso l’amministrazione comunale.
Nessuno accenna ad abbassare i toni per cercare un compromesso. E’ muro contro muro. Come se fosse ancora il primo giorno della crisi che, per l’ennesima volta, si apre a primavera. Anche se Lapenna stavolta sembra intenzionato a lanciare un segnale chiaro al suo partito: lo dimostrano l’annuncio delle date dei dieci appuntamenti clou dell’estate e l’avvio dei lavori di manutenzione della riviera, cui seguirà il piano asfalti finalizzato a rimettere in sesto le disastrate strade di una rete urbana lunga complessivamente oltre 260 chilometri. Come dire: posso fare anche da solo.
Ma nessun Comune può avere all’infinito un solo uomo al comando. Per varare entro la scadenza del 30 aprile il bilancio consuntivo, Lapenna ha bisogno della Giunta. E con la sua Giunta dovrà presentarsi poi in Consiglio comunale per la definitiva approvazione dell’indispensabile documento contabile, in mancanza del quale, salvo proroghe, si va tutti a casa e si torna al voto. In modo analogo, a fine estate 2011, cadde a San Salvo l’amministrazione Marchese. Tra gli iscritti del Pd la paura di precipitare in quello stesso baratro cresce col trascorrere delle ore.
Gli attivisti, soprattutto quelli di lunga militanza, cominciano a mostrare insofferenza verso ciò che loro stessi definiscono uno stucchevole dibattito al vetriolo. Vorrebbero unità d’intenti per concludere gli ultimi due anni di mandato in modo dignitoso ed evitare un epilogo che, giorno dopo giorno, sta assumendo sempre più i contorni di un suicidio politico.
Audizione in Senato– Nella capitale il sindaco di Vasto è andato ufficialmente per un’audizione a Montecitorio, dove ha esposto la sua relazione contro le nuove trivellazioni petrolifere dinanzi alle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera dei deputati: Lapenna “in rappresentanza della delegazione regionale e per conto dei sindaci presenti – si legge in una nota del municipio – ha illustrato nella sua relazione le ragioni del no ai progetti di Ombrina Mare e richiesto lo stop dal Parlamento nazionale alle autorizzazioni ai progetti di petrolizzazione del mare Adriatico e depositato tutti i documenti a sostegno delle ragioni del territorio: atti deliberativi approvati dai Consigli comunali, ricorsi al Tar, memorie, sentenze”.
“Durante l’audizione presso la Camera dei deputati erano presenti le delegazioni regionali di Abruzzo, Puglia e Sicilia coinvolte a vario titolo, come regioni, nella lotta alla petrolizzazione delle proprie coste. Il presidente della commissione Ambiente della Camera dei Deputati – Ermete Realacci – al termine dell’audizione ha dichiarato all’agenzia di stampa Ansa che il progetto denominato Ombrina Mare non ha alcuna speranza di attuazione. Il sindaco esprime la sua piena soddisfazione per un ulteriore passo in avanti per la salvaguardia e la tutela della costa abruzzese in favore dell’ambiente, del turismo e della salute di tutti i cittadini”.