Ancora un presidio dei lavoratori della ex Golden Lady di Gissi, e ancora un nulla di fatto. Dopo l’incontro in sede ministeriale, in cui ci si aspettavano notizie positive che poi non sono arrivate, è iniziata una nuova fase di attesa per capire cosa sarà dei lavoratori ormai allo stremo. Un incontro partecipato, quello di sabato scorso, in cui però i grandi assenti, come ormai da consolidata prassi, sono stati gli esponenti della politica. Erano in pochi, gli stessi che in contrada Terzi di sono sempre visti. Unico volto nuovo il neo assessore provinciale al lavoro, Paolo Sisti. A cominciare dal presidente della provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, ormai in scadenza di mandato, che ha esortato lavoratori e sindacati ad “alzare l’asticella della mobilitazione”. Da Di Giuseppantonio anche un suggerimento. “Poichè si vota per la Regione, farei firmare a tutti i candidati alla presidenza una sorta di contratto di impegno nei vostri confronti”.
Ai tre segretari dei sindacati, Rucci, Zerra e Schioppa, è toccato il compito di fare ancora una volta il punto della situazione, senza peraltro poter annunciare novità rispetto ai giorni scorsi. Resta questa azienda di logistica che dovrebbe impiegare circa 60/70 persone, ma altro non è dato sapere. Qualche attimo di tensione quando è stata avanzata l’ipotesi di poter avere un’azienda per la produzione di calzature da lavoro. Dal momento che all’interno del capannone sono ancora presenti i macchinari della Mac Senior, che li aveva dati alla Silda, potrebbe essere questa una strada da percorrere per non disperdere le competenze acquisite dai lavoratori in un anno di esperienza. Ma chi ha lottato per mesi contro la Silda, alla sola parola “scarpe” ha un sussulto. “Una cosa è chiara – tuonano i lavoratori -. Qui non vogliamo più neanche vedere i formatori che lavoravano per l’azienda di Di Battista”. Una soluzione, questa, che potrebbe dare risposte certe, se è vero che la settimana scorsa ci sono stati rappresentanti dell’azienda interessata che sono venuti a visionare i macchinari, come ha confermato l’avvocato Agostino Chieffo.
Ma sul processo di nuova riconversione pende come una spada di Damocle la scadenza della mobilità per i primi 46 dipendenti. Per loro potrebbe esserci la soluzione della mobilità in deroga, che però viene finanziata dalla Regione. Una Regione totalmente assente (eccezion fatta per il consigliere di opposizione Antonio Menna). All’invito, l’ennesimo, all’incontro, solo l’assessore Castiglione ha fatto sapere di avere altri impegni. Dagli altri, presidente Chiodi in testa, nessun cenno, così come accaduto durante tutto il percorso di lotta dei lavoratori. Una complicazione nel percorso è stata data anche dal cambio di governo, con l’ex Ministro Zanonato che aveva indicato alle parti in causa una possibile strada da percorrere. Ora si dovrà ripartire, contando nell’appoggio di Legnini, che nell’anno da sottosegretario (esperienza che prosegue oggi al Ministero del Lavoro), ha svolto un prezioso ruolo nel mettere pressione ai tavoli romani.
Servirà fare fronte comune ancora una volta, per percorrere tutte le strade possibili. “Siamo qui per ritrovare il lavoro che vuol dire ritrovare la dignità”, ha commentato Arnaldo Schioppa.