Tutti i sindaci del Vastese riuniti per esprimere la contrarietà al progetto della Vallecena srl, società che intende realizzare un impianto di trattamento rifiuti speciali con annessa discarica nell’omonima località del Comune di Furci. All’appello lanciato dal sindaco Angelo Marchione hanno risposto quasi tutti, gli assenti (molti dei quali hanno chiamato o scritto al primo cittadino per esprimere comunque vicinanza e pieno appoggio ad ogni iniziativa) si contano sulle dita di una mano. E’ lo stesso Marchione, nella sala consiliare in cui sono presenti anche tanti cittadini, a ripercorrere le tappe di una vicenda iniziata nel 2006, quando il suo Comune, allora guidato da Angelo Argentieri, presentò numerose osservazioni al progetto della società che aveva redatto il progetto per realizzare impianto di trattamento e discarica. “La ditta aveva quindi chiesto la sospensione della Valutazione d’Impatto Ambientale, poichè il progetto era in un’area vincolata dal PAI (Piano di assetto idrogeologico). Nel 2008 è stato presentato un nuovo progetto, di dimensioni inferiori rispetto alla prima stesura – spiega Marchione -. Tra il 2006 e il 2008 circa 20 consigli comunali del territorio hanno deliberato la loro contrarietà a questo insediamento ma nel 2012 il Comitato VIA ha dato parere favorevole, con alcune prescrizioni”. Parere a cui il Comune di Furci si è opposto con un ricorso. Il percorso è andato avanti, fino allo scorso 28 gennaio, quando era stata convocata la conferenza di servizi, rinviata perchè erano presenti solo 3 enti su 13. Il prossimo appuntamento del 4 marzo sarà cruciale per il futuro del Vastese. A quell’appuntamento il sindaco di Furci si presenterà con il documento condiviso ieri con gli altri amministratori, in cui c’è un preciso elenco di problematiche tecnico-procedurali sui cui si basa l’opposizione al progetto. “Il secondo progetto della Vallecena ricade in una zona catalogata bianca dal PAI, ma che tutto attorno è zona gialla. Nello stesso giorno in cui il via dava parere favorevole a questo progetto bocciava il parco eolico di Castelguidone, che presentava analoga situazione.
C’è poi un aspetto epidemiologico. Lo studio commissionato dalla stessa società al professor Schioppa ha evidenziato a Furci una mortalità superiore rispetto agli altri comuni del comprensorio. Una questione che porrò in maniera seria come massima autorità sanitaria comunale – afferma Marchione-. C’è poi la grande quantità di rifiuti pericolosi ammissibili nell’impianto, ben 264 codici, trattati con un solo tipo di procedura prima di finire in una discarica da 25mila tonnellate di capacità (inertizzazione con calce e silicati). Questo vorrebbe dire che in un numero limitato di anni sarebbe piena e ci ritroveremmo con un carico ambientale da smaltire. Ci sono poi delle colture di pregio a poca distanza, addirittura un terreno con la certificazione biologica nella particella adiacente”. Queste alcune delle istanze raccolte nel documento tecnico da presentare in conferenza di servizi. “Dobbiamo pretendere come territorio una presa di posizione da parte dei nostri rappresentanti – afferma il primo cittadino -. Questo è il primo impianto con annessa discarica, vorrei che nessuno potesse dire non ne sapevo niente. Il silenzio delle istituzioni può esprimere o un’indifferenza, che sarebbe grave, o essere un silenzio-assenso, ma in quel caso si abbia il coraggio di manifestare il proprio pensiero”. Il sindaco cerca anche di andare oltre l’opposizione al nuovo impianto. “Questa non deve essere la solita questione dei furcesi che non vogliono la discarica sotto casa loro. Dobbiamo proporre qualcosa di nuovo per il territorio. Diamoci delle linee comuni”.
Dopo di lui sono tanti gli amministratori a prendere la parola. Il primo è il sindaco di Vasto Luciano Lapenna. “Non mi faccio illusioni. La costa combatte da anni contro la petrolizzazione dell’Adriatico. C’è un forte interesse a realizzare questa struttura su questo territorio, ma la Regione dovrà dare delle risposta. Una cosa deve essere chiara, davanti a tutto c’è la tutela della salute della gente”. Sulle linee comuni di programmazione si fonda l’intervento del sindaco di San Salvo, Tiziana Magnacca. “Dove vogliamo condurre questo territorio? Dobbiamo essere molto attenti a non lasciarci sfuggire la sovranità. Alcune scelte così impattanti devono essere fatte con il territorio, se lasciamo solo il sindaco di Furci subiremo le conseguenze di scelte fatte da anni. A San Salvo paghiamo già queste operazioni fatte nel passato, con una discarica di rifiuti industriali esauriti. Però dico che dobbiamo fare tutti un mea culpa, perchè forse avremmo dovuto alzare prima un polverone”. È l’assessore provinciale ed ex sindaco di Furci, Angelo Argentieri, a spiegare come “l’Abruzzo sui rifiuti solidi urbani ha un regolamento di decine di pagine, mentre sui rifiuti speciali solo qualche articolo. La discarica che si vuole realizzare prevede la possibilità di accogliere rifiuti da tutta Europa di tutte le tipologie catalogate come speciali. Ci mancano solo le scorie radioattive”. Denisso Cupaiolo, sindaco di San Buono, era stato già presente all’incontro del 28 gennaio. Il suo comune, tra l’altro, è l’unico ad aver presentato ricorso per bloccare il progetto di nuovi pozzi della Medoil nel Vastese. “Il nostro territorio ha già dato, con la turbogas e altri impianti. Dobbiamo capire una volta per tutte che il nostro futuro è l’ambiente e per questo dico che il 4 marzo dobbiamo presentarci tutti in Regione, per dare un segnale forte di dissenso”.
Il sindaco di Pollutri, Nicola Benedetti, ricorda come “negli anni ’90 abbiamo stoppato un impianto per i rifiuti ospedalieri nel mio comune. Dobbiamo fare una battaglia per far capire a tutti che su questo territorio non si può giocare, per impedire che si pensi alla nostra zona come un territorio su cui fare discariche”. Rimarca la contrarietà del Comune di Monteodorisio il sindaco Ernesto Sciascia. “Ci siamo difesi quando la regione aveva stabilito che l’ecoristoro per il Civeta andava per il 90% al Comune su cui era l’impianto, mentre chi subisce la maggiori conseguenze sono Monteodorisio, Furci e San Buono. È assurdo il fatto che proprio in questi giorni ci sono i progetti per le bonifiche delle discariche nel nostro territorio e nello stesso tempo se ne vuole aprire una nuova”. Sull’assenza di norme chiare punta il dito il sindaco di Fresagrandinaria, Giovanni Di Stefano. “Dobbiamo stimolare i nostri rappresentanti a fare in modo che ci siano delle regole certe da parte della Regione. Da dove arriveranno questi rifiuti? Se non è l’Abruzzo a produrli non ha senso averli sulle nostre terre”. Il vicesindaco di Gissi, Agostino Chieffo, ricorda il percorso di opposizione alla Turbogas. “In quel caso, con l’autorizzazione nazionale, le nostre istanze non sono state accolte. Ma questa volta è la Regione a decidere. Dobbiamo fare fronte comune e pretendere rispetto per il territorio. Non dobbiamo accogliere qui i rifiuti che arrivano da tutta Europa”.
Rimarca gli aspetti idrogeologici il vicesindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli. “Il terreno indicato è classificato zona bianca, ma attorno il rischio è più alto. Se sul terreno a confine della discarica c’è una frana cosa succederà? È incredibile come per un comune fare una variante al PRG richiede una miriade di pareri degli altri enti mentre per questa discarica niente. La programmazione del territorio la dobbiamo fare noi che ci viviamo, non altri”. Il sindaco di Casalbordino, Remo Bello fa un paragone. “C’è una legge che ha istituito il parco della Costa teatina ma da 13 anni non si riesce di fatto a crearlo, ma la Regione in così poco tempo vuole attivare una discarica di rifiuti speciali. È vero che le approvazioni arrivano dai tecnici che si basano sulle leggi, ma è pur vero che queste leggi, se non vanno bene o sono carenti, possono essere modificate. Oggi i cittadini, attraverso i loro sindaci, chiedono una cosa ben precisa: questo impianto non va realizzato”. A chiudere gli interventi è il sindaco di Castelguidone, Donato Sabatino. “Nel caso del parco eolico nel nostro Comune, la lotta di due comitati, contro l’amministrazione comunale, ha portato all’espressione del no. La cittadinanza si può e si deve attivare”.
Il prossimo appuntamento, quindi, sarà quello del 4 marzo. I sindaci hanno manifestato l’intenzione di essere tutti presenti a Pescara, presso la sede della Regione nel giorno in cui ci sarà la conferenza dei servizi in cui il sindaco Marchione presenterà il documento firmato da tutti i rappresentanti delle amministrazioni comunali. E da tutti c’è stato anche l’impegno a supportare anche economicamente il Comune di Furci per eventuali azioni legali contro il progetto.