Raccontare di progetti di recupero e reinserimento, destinati a categorie e soggetti svantaggiati e soprattutto farne capire le finalità e gli obiettivi, a volte è esercizio complicato se non complesso perché si rischia di sfociare nella retorica e nello scontato, nel già sentito. Quello che è difficile in questo nostro breve racconto è proprio da dove cominciare.
Noi abbiamo scelto di partire dalle “persone”, da quelle persone che, pur avendo tragicamente e macroscopicamente sbagliato, hanno deciso di rimettersi in gioco avvicinandosi al percorso progettuale consapevoli di dover rivedere i propri atteggiamenti ed il proprio vissuto. Non vi racconteremo delle loro storie perché quelle fanno parte di altro, a noi ci interessa e ci piace raccontare di un gruppo molto eterogeneo che vuole conoscere, sapere, approfondire di sicurezza alimentare, della qualità del cibo delle modalità di trasformazione dei prodotti di sicurezza sul lavoro e strategie di marketing.
Possibile tutto questo? Possibile che un gruppo così complesso lavori marmellate, patè, olive, peperoncini o impari ad assaggiare olio? che visiti una struttura produttiva come un frantoio mostrando interesse e tempestando l’imprenditore di domande e quesiti o che non avendo a disposizione grandi mezzi preparerà una serata di gala per raccontarci dei prodotti realizzati, delle loro caratteristiche e magari anche dei loro valori nutrizionali. Già tutto questo è Proserpina…… è il feeling che si è instaurato fra la Professoressa Antonella Baccari ed il gruppo di discenti… è l’efficacia delle metodologie da lei scelte ed applicate che hanno fatto sì che da ognuno dei partecipanti venisse il giusto contributo e livello di interazione.
La formazione sicuramente è uno strumento eccezionale per attivare importanti processi partecipativi, ma l’aver scommesso sulla “pratica” sul “fare per davvero le cose ” è stata la ricetta vincente che ha sgombrato i comprensibili scetticismi e le scontate perplessità. Saremmo davvero sciocchi se ci esaltassimo o ci lasciassimo andare a facili entusiasmi….ne siamo consapevoli, ma ci piace davvero pensare di aver aperto una piccola strada, una piccola opportunità sicuramente migliorabile e questo grazie al contributo di tutti coloro che hanno scommesso sul progetto Proserpina. Un grazie al Dottor Roberto Furlotti per il suo contributo e per l’esperienza messa in campo in qualità di formatore.
Un particolare ringraziamento al Dirigente dell’Istituto dott. Massimo Di Rienzo che ha creduto fortemente nelle finalità e negli obiettivi del progetto ed all’intero corpo di polizia penitenziaria che con il loro Comandante Commissario Vincenzo Abbondante hanno mostrato grande collaborazione e comprensione. Al Capo Area Amministrativo Contabile dott.ssa Arcangela Mazzariello. Infine al Funzionario Giuridico Pedagogico Lucio Di Blasio che all’interno del progetto, assume un ruolo determinante …. quello di coordinare, in qualità di Educatore Penitenziario, le fasi che regolano i processi comunicativi, di socializzazione e di apprendimento tra i membri del gruppo.
Ci auguriamo che questo sia solo l’inizio di un percorso che necessità di avere continuità e soprattutto essere fatto conoscere a tutti coloro che a vario titolo possono contribuire a miglioralo.
Un grazie davvero sincero a Salvatore, Gennaro, Santo, Camel, Abdel, Angelo,Igor, Francesco, Atik, Alfredo, Milorad per la voglia e la serietà con cui si sono avvicinati al percorso formativo proposto loro rimettendosi in gioco e scommettendo soprattutto su se stessi.
Antonella Baccari
Docente del Corso
Rispetto alle attività formative a favore della popolazione internata, l’Amministrazione della Casa di Lavoro di Vasto ha favorito una ulteriore opportunità, tra le tante in essere, accogliendo la proposta del progetto Proserpina pervenuta dalla dott.ssa Baccari Antonella fondatore della società consortile della BioSapori di Casacalenda (CB), nonché esperta formatrice in tecnologie alimentari.
Tale progetto è incentrato principalmente nello sviluppare attività formative afferenti il campo agroalimentare, e le attività che sono in essere nell’azienda agricola presente nella struttura di pena, prevedendo azioni in positivo a favore di utenza svantaggiata.
Si sono ipotizzate tre tipologie di attività formativa della durata di 100 ore per edizione e che fornirebbero ai partecipanti, circa 20 detenuti, conoscenze necessarie e qualificazione professionale per assolvere la figura nella post-detenzione:
· Esperto nei processi di lavorazione artigianale del prodotto pane e suoi derivati;
· Esperto nei processi di lavorazione e trasformazione dei prodotti agricoli;
· Esperto in olivicoltura di qualità;
L’obiettivo è dare anche dinamicità, prospettiva e riconoscimento all’impegno dimostrato prevedendo, nel possibile, un crescendo di attività correlate all’iter formativo, anche all’esterno della cinta muraria.
Il Funzionario Giuridico Pedagogico
Lucio Di Blasio