Vent’anni fa, il 22 ottobre 1993, la Vastese perdeva il suo presidente Dante Marramiero. Imprenditore pescarese, ancora oggi viene rimpianto da chi visse quelli che furono anni senz’altro belli per il calcio a tinte biancorosse. Il cavalier Marramiero scelse per la sua Vastese un allenatore alla prima esperienza in panchina, Gianni De Biasi e allestì una squadra con tanti giovani. Mister De Biasi da quell’esperienza spiccò il volo per una lunghissima carriera che oggi lo vede come commissario tecnico, fresco di rinnovo, della Nazionale albanese. Una persona vera, prima che un bravo allenatore, forse troppo gentiluomo per trovare spazio nel mondo pazzo del calcio di casa nostra.
La presidenza di Marramiero a Vasto coincide con il suo esordio come allenatore. Come avvenne quella scelta?
Credo abbia inciso la mia militanza nel Pescara di serie A, anche se non in modo decisivo. Mentre credo che i pareri più autorevoli siano stati quelli quelli di Gabriele Gravina e Leandro Leonardi allora Presidente e Direttore sportivo del Castel di Sangro ed amici del compianto Marramiero.
Che rapporto c’era con il presidente? Si interessava di tattica, allenamenti?
Un presidente perfetto. Si interessava in modo sereno delle vicende calcistiche mentre mi lasciava libero di decidere come gestire la squadra e la vita del club. Una vera anomalia, specie se lo confronto con i presidenti di questi anni in Italia.
Era una Vastese che aveva dato spazio a tanti giocatori giovani e fiducia ad un allenatore giovane in tempi in cui di certo non era l’abitudine. Marramiero fu un precursore di molti presidenti di oggi?
Credo che riponesse la fiducia prima nella persona e poi nel professionista. Oggi ci sono troppi interessi intorno al calcio e spesso anche i protagonisti perdono il contatto con la realtà. Sembra impossibile che fior di imprenditori una volta entrati in questo mondo si facciano contagiare dalle abitudini più stravaganti.
Per lei fu un inizio di carriera molto positivo, che la portò nella serie superiore. Come andò il suo passaggio al Carpi?
Ora non ricordo il perché non abbia deciso di rimanere. Sono andato a Carpi pur avendo avuto, successivamente al mio accordo verbale, altre proposte molto più allettanti ed interessanti. Ma avevo già dato la mia parola e per me questo vale più di una firma (a proposito dei giorni nostri!).
C’è qualche episodio particolare che ricorda?
A parte la gentilezza della gente e gli amici che ancora oggi sento, Vasto significa la nascita di mia figlia Chiara Sofia, e l’inizio del mio “viaggio” che ancora oggi mi porta in giro per il mondo. Però ricordo ancora oggi la diffidenza della gente all’inizio della nostra avventura. Subito dopo un quarto posto nella stagione precedente, la gente diceva che saremmo retrocessi. Mi ricordo che un giorno il Presidente mi disse: “Lei mister faccia quello che crede meglio. Ha la mia massima fiducia! E non si preoccupi se all’inizio le cose non andranno come speriamo”. Siamo arrivati sesti con una squadra fatta ex novo e molti ragazzi di belle speranze. Grazie Presidente Marramiero.