L’appuntamento annuale della festa di San Michele Arcangelo è quello che da sempre chiude l’estate Vastese. Un avvenimento che coinvolge non solo la città del Vasto, ma anche gli abitanti dei paesi vicini che arrivano numerosi, per divertirsi e passare una serata tra bancarelle, giostre e musica. La nostra amministrazione però non è una sprovveduta e sa per certo che organizzare una festa alla carlona, in modo da disorientare i partecipanti, limita nei forestieri l’innato bisogno di conquista e preserva la nostra amata cittadina da elogi e possibili attacchi dal mare, dalla terra e dall’aria.
Le strade del centro (corso Italia e via Cavour) sono state lasciate quindi libere dalle bancarelle, famose per essere un invito a nozze per predoni e banditi e in più per permettere così un migliore flusso del passeggio privo di distrazioni e di ludiche attività immorali. Per salvaguardare gli anziani dai rumorosi e fastidiosi adolescenti e ancor di più dai bambini, le giostre sono state decentrate al terminal degli autobus, così da svolgere non solo un ruolo di deviazione del baccano minorile, ma anche l’importante compito di dissuadere i potenziali migranti che hanno dovuto affrontare non pochi disagi.
Alcuni di questi infatti risulta essere tutt’ora in stato confusionale e dei bagagli sono stati ritrovati sull’ottovolante durante le operazioni di smontaggio delle giostre. Non è mancato però nulla alla festa e chi voleva saziare il proprio appetito, poteva comodamente recarsi ai parcheggi dietro i due storici edifici scolastici, dove stazionavano, come condor sulla carogna di un bue, una decina di camioncini di ambulanti che vendevano dalla porchetta ai panini a fritterie varie. La geniale idea di chiudere in pochi metri quadrati i suddetti camioncini è stata il risultato di un lungo studio sulla psiche umana. Un affamato, nel sentirsi strattonare dai richiami dei commercianti e circondato dagli odori di cottura, sarà più propenso a mangiare una volta tornato a casa evitando così eccessi di colesterolo nel sangue.
Per farci descrivere da uno dei protagonisti come ha vissuto la festa patronale abbiamo incontrato Antonio Sapone, un cittadino comune, uno di noi. “Io quando arriva la festa del paese sono sempre contento, ma quest’anno l’amministrazione si è superata. Vedere il passeggio nelle zone centrali, libero dagli ambulanti mica è una cosa che capita tutti gli anni! Sono uno che non compra mai niente se non le nocelle e i pesci rossi nelle buste del cuki-gelo, e ogni volta mi ritrovavo a dover aspettare queste signore ingioiellate che si fermavano in mezzo alla via per comprare inutili ninnoli per i figli e soprammobili da tenere in casa: che spreco di denaro e che intralcio alla circolazione!
E invece questa volta niente, si poteva camminare tranquilli respirando solo il clima della festa. Poi ho fatto un giro ai camioncini del cibo, che avevano creato una specie di fortino alimentare dove entravi con il profumo e ne uscivi, se ne uscivi, che sapevi di fritto e salsiccia, tant’è che quando mi sono riavviato verso casa un ragazzo, di sicuro un drogato, mi ha dato una moccicata al braccio mentre telefonava agli amici dicendo che aveva trovato un certo Mr. Potato. Trovo in oltre giustissimo che le giostre siano state messe al terminal degli autobus, così questi giovani la smettono di divertirsi davanti a tutti, c’è la crisi, i lavoratori come me non possono accettare che gli venga sbattuta in faccia la gioventù che non torna più.
Ma comunque mi sono divertito e come sempre per questo devo ringraziare, anzi dovremmo tutti ringraziare coloro che si prodigano per difendere la nostra cittadina, e ci fanno godere in sicurezza dei piccoli piaceri della vita”. Anche noi ci uniamo al ringraziamento di Antonio Sapone e speriamo che anche il prossimo anno gli amministratori trovino il modo per riuscire a rendere mediocre anche la cosa più semplice del mondo, quindi grazie amministratori e grazie ovviamente ad Antonio Sapone.
Andrea Ianez