E’ il primo passo ufficiale. “Stiamo già preparando un’iniziativa, ma ne parlerò quando saremo pronti”, sorride Hamid Hafdi, che vive a Vasto dal 1986, svolge con sapienza il ruolo di mediatore culturale ed è uno dei promotori del Tavolo per il dialogo interreligioso e la pace tra le culture, riunitosi per la prima volta nella pinacoteca di Palazzo D’Avalos, gremita di ragazzi delle scuole superiori, insegnanti ed esponenti delle quattro confessioni religiose che hanno detto sì al nuovo organismo di dialogo: cristiano cattolica, protestante, buddista soka gakkai e islamica, rappresentate rispettivamente da don Gianfranco Travaglini, Gianna Sciclone, Rossella Toscano e Hamid Hafdi. Con loro l’assessore Anna Suriani, assessore alle Politiche sociali, il sindaco, Luciano Lapenna, e numerosi rappresentanti dell’amministrazione comunale e delle forze dell’ordine.
Dopo il minuto di raccoglimento alla memoria delle vittime del tragico naufragio di Lampedusa, il clima si è fatto subito sereno. Sedersi attorno a un tavolo per mettere da parte le diffidenze è già un primo risultato, sottolineato dal contributo musicale del Coro polifonico Stella Maris, che ha aperto e chiuso la conferenza.
“Chi uccide in nome di Dio lo nega alla radice”. E’ stato questo il passo più toccante del decalogo che rappresenta il primo atto ufficiale del Tavolo interreligioso. Sono stati alcuni studenti, in rappresentanza di tutti i loro compagni di scuola, a leggere il documento.
“Questo primo appuntamento è stato positivo”, commenta Anna Suriani. “Una bella giornata. L’amministrazione comunale tiene tanto a questa iniziativa, proposta dalle stesse confessioni religiose presenti in città. A Vasto i flussi migratori sono in crescita, anche se la crisi in cui versa il nostro Paese potrebbe frenare nei prossimi mesi questo trend, che attualmente è in aumento. Promuoveremo altre iniziative, non solo insieme alle scuole, ma anche con l’associazionismo”.