I computer e i cellulari sequestrati ai vigili urbani di San Salvo non devono essere restituiti. Almeno per ora. La magistratura vastese ha respinto la richiesta della difesa di tre dei sei indagati nell’ambito della Multopoli sansalvese.
L’inchiesta è tutt’altro che terminata. Il blitz, coordinato dal maggiore Alberto De Ventura, è scattato alle 4 del mattino dell’11 luglio scorso con l’impiego di 30 finanzieri.
I militari del nucleo di polizia tributaria di Chieti e i loro colleghi di Vasto sono entrati nel Comando di piazza San Vitale e nelle case degli agenti per sequestrare una montagna di carte e materiale elettronico. Con l’ausilio di un esperto, da quasi tre settimane è in corso senza sosta l’esame delle memorie di computer, telefoni e macchinette fotografiche sequestrati.
Falso ideologico in atto pubblico, abuso d’ufficio e peculato: sono queste le ipotersi di reato formulate dal pm Enrica Medori, che coordina le indagini svolte dal nucleo di polizia tributaria di Chieti e dalla finanza di Vasto.
Gli indagati sono accusati di aver annullato multe ed essersi appropriati del denaro pagato dagli automobilisti.
Rimangono tutti al lavoro, ma comunque coinvolti nell’inchiesta. Resta congelata l’istanza presentata da Giovanni e Antonino Cerella, avvocati dell’ex comandante, Benedetto Del Sindaco, che ha chiesto di essere ascoltato. Anche Del Sindaco figura tra gli indagati insieme a C.F., A.M., D.F., N.P., e S.R.