Solo le udienze urgenti. Tutti gli altri processi sono bloccati fino al 18 luglio. Ma, intanto, gli avvocati degli Ordini destinati alla soppressione non mollano: per avviare una nuova battaglia finalizzata a salvare i Tribunali minori si incontreranno mercoledì a Roma.
La sentenza con cui la Corte costituzionale ha ritenuto legittima la riforma della geografia giudiziaria non lascia nessuno spiraglio al palazzo di giustizia di Vasto e agli altri 29 che si avviano alla chiusura in tutta Italia. La Consulta ha salvato solo la sede giudiziaria di Urbino in quanto la città marchigiana, pur non avendo i numeri per evitare la mannaia della legge Severino, è capoluogo di provincia. Per i quattro Tribunali abruzzesi destinati a scomparire (Vasto, Lanciano, Avezzano e Sulmona) c’è solo una proroga di due anni causa terremoto. Rimarranno aperti fino al settembre 2015 per consentire l’adeguamento sismico delle sedi accorpanti, ossia quelle di Chieti e L’Aquila.
Ma è chiaro che, se a settembre di quest’anno chiudono gli altri 26 palazzi di giustizia in bilico, la stessa sorte toccherà a tutti.
“L’unico spiraglio è trovare una soluzione politica”, aveva detto subito dopo la sentenza Nicola Artese, presidente dell’Ordine forense vastese. Per questo gli avvocati si riuniranno a Roma per elaborare una strategia unitaria che possa indurre il Governo Letta a modificare l’orientamento seguito dal precedente esecutivo. Il tempo stringe.