Accusa di tentato furto: non hanno commesso il fatto. Accusa di minacce: il fatto non sussiste. Con queste formule il giudice monocratico del Tribunale di Vasto, Michelina Iannetta, ha assolto una coppia vastese al termine di una vicenda legale durata tre anni.
La ricostruzione dei fatti – E’ il mese di ottobre del 2010, quando i due conviventi, 43 anni lui e 33 lei, si trovano a Vasto Marina, in viale Dalmazia. Un uomo si avvicina a loro, accusandoli essere lì per forzare l’auto della sua fidanzata, parcheggiata nelle vicinanze, nel tentativo di rubare la vettura.
I due negano, ma subito arriva anche la proprietaria della macchina. “Ha detto di averli visti danneggiare la Fiat Uno, perché volevano mettere a segno un furto. In quel momento l’automobile risultava avere le portiere non serrate dalla chiusura di sicurezza”, racconta l’avvocato difensore, Gianni Menna.
La proprietaria e il suo fidanzato telefonano al 113. Sul posto interviene una volante del Commissariato di via Bachelet. “Gli agenti – dice il legale – hanno accertato l’inesistenza di segni di effrazione”. Ma la titolare della vettura decide di sporgere ugualmente denuncia.
Gli indagati vengono rinviati a giudizio con due ipotesi di reato: tentato furto e minacce, quest’ultima accusa viene formulata perché, a detta dei denuncianti, il 43enne e la 33enne avrebbero usato parole grosse per convincerli a non chiamare il 113.
La vicenda legale dura tre anni. Nell’ultima udienza, la pubblica accusa, rappresentata dal pm Francesca Barbieri, chiede la condanna a un anno di reclusione.
Il giudice, Michelina Iannetta, accoglie la tesi difensiva, assolvendo gli imputati con formula piena.
“Giustamente – commenta Menna – il Tribunale ha riconosciuto l’infondatezza delle accuse, non c’era nessun elemento che potesse provarle. Nei confronti dei miei assistiti sono state fatte insinuazioni che non rispondono al vero”.