Due settimane senza basket possono essere un’infinità per chi è abituato a vivere in palestra tutti i giorni. A Vasto tutti si aspettavano di vivere un mese di maggio entusiasmante, con i playoff di serie C da disputare fino in fondo. Ma la BCC Vasto Basket ha interrotto la sua corsa nei quarti di finale contro Lanciano (eliminato poi in semifinale dal Taranto), dopo una regular season strepitosa e chiusa al secondo posto. Sandro Di Salvatore, al secondo anno sulla panchina biancorossa, è lucido nell’analizzare quanto accaduto.
Smaltita la rabbia e la delusione dei primi giorni post-eliminazione che analisi ha fatto?
Noi abbiamo vissuto un momento di sfortuna vera e propria. L’infortunio in gara due del tuo miglior giocatore non può essere interpretato se non come un segno del destino. Però lo sport è anche questo, dobbiamo accettarlo. Certo che uscire ai quarti di finale, dopo che hai fatto un campionato di vertice fa male a tutti.
Visto quanto ha pesato l’assenza di Dipierro non crede che il roster fosse un po’ troppo “corto”?
Lo sapevamo dall’inizio, ma ricordiamoci che noi eravamo partiti con l’obiettivo di salvarci, quindi sapevamo quali erano le nostre reali forze. Anche dei giocatori scesi in campo in tanti la C1 non l’avevano mai fatta sul serio. Gli stessi Di Tizio, Marinaro, Ierbs, erano alla prima vera esperienza nel campionato nazionale. Ecco perchè l’assenza di Dipierro è stata devastante. Poi, per carità, magari perdevamo anche con lui in campo. Ma in quel caso avremmo avuto la consapevolezza di aver giocato ad armi pari e poter dire “abbiamo perso perchè lo abbiamo meritato”. Io questo oggi non lo posso dire, devo dire che siamo stati sfortunati.
C’è più rammarico per come sono andati i quarti o per la fase di stagione in cui avete lottato per il primo posto, perso dopo un paio di scivoloni?
Quello del primo posto è un rammarico che io non ho. So benissimo che su 26 partite devi mettere in conto tanti incidenti di percorso. Una cosa importante è che non abbiamo mai perso in casa e io, quando inizio un campionato, 2-3 sconfitte interne le metto sempre in conto. Oggi vincere tutte le partite in casa è quasi impossibile da ripetere L’aver perso a Salerno, Taranto, fa parte dei limiti della nostra squadra. Alla fine i conti tornano. Se noi a Salerno abbiamo perso è perchè qualcuno non essendo abituato a questi campionati dove la cattiveria agonistica è molto importante. Ma su 26 partite lo scivolone contro l’ultima in classifica ci può stare. Molfetta era una squadra che meritava di vincere il campionato. Sul lungo termine erano tanto più forti di noi. Già essere stati alle loro calcagna era un grandissimo risultato.
Avete già parlato con la società per prolungare il contratto?
Non siamo ancora scesi nei dettagli maso che loro vorrebbero riconfermare in gran parte la squadra dello scorso anno.
Dopo l’esperienza di quest’anno nell’ambiente c’è voglia di lottare per vincere. Come dovrà essere integrato il roster?
Nella costruzione della squadra è tutto proporzionato agli obiettivi che la società vuole raggiungere, non che l’allenatore vuole raggiungere. Quando si è partiti a settembre lo si è fatto con l’intenzione di salvarsi. Siamo arrivati secondi perchè abbiamo avuto un buonissimo gruppo di ragazzi, che ha messo l’anima in mezzo al campo per vincere le partite. Gente che aveva fame, che si è affacciata sul serio per la prima volta in un campionato nazionale. Ma quando è stata fatta la squadra noi sapevamo a cosa andava incontro. Siamo partiti per salvarci, arrivati a un passo dal sogno. Tornando al prossimo anno dico che bisogna vedere cosa pensa la società. Se si vuole costruire una squadra per andare in serie B comunque non sarà semplice, visti anche i nuovi regolamenti. Abbiamo perso un’occasione importante quest’anno, ma penso che lo sport, come la vita, offra sempre altre possibilità. Non sarà comunque semplice, perchè magari fai una squadra forte e non vinci perchè ci sono anche gli altri che vogliono vincere.
Al termine di una stagione comunque positiva, che in tante occasioni ha fatto accendere di passione gli spalti del PalaBCC chiediamo a coach Di Salvatore, da buon maestro di basket, di fare le pagelle per i suoi giocatori.
Biagio Sergio. L’avevo già allenato in passato e per me è stato un giocatore importantissimo. A livello tecnico credo sia stato uno dei suoi migliori campionati degli ultimi anni. E’ un giocatore che si è conquistato la mia stima e credo anche quella della società e del pubblico. Persona molto positiva, allegra, fa spogliatoio e per me questo è molto importante.
Massimo Di Lembo. Se devo essere onesto da lui mi aspettavo molto di più. Rimane il fatto che è un giocatore di grande esperienza e la sua mano ce l’ha data. Chiaramente sta passando un momento in cui tra il lavoro, la famiglia e la pallacanestro non è il Massimo Di Lembo di qualche anno fa. Ma rimane sempre un giocatore importante che in queste categorie può dire la sua.
Andrea Cimini. Il suo percorso lo conosciamo tutti. Ha avuto problemi sin dall’inizio ed è stato il motivo per cui abbiamo preso Marinelli. E questa credo sia una cosa che si è portato dietro fino alla fine dell’anno, anche se io apprezzo il fatto che è stato tranquillo, sempre presente, si è allenato forte. In questo ha dimostrato grande maturità e intelligenza. Qualsiasi altro giocatore avrebbe dato un po’ di calci, ma lui è stato tranquillo.
Vincenzo Dipierro. Per lui non ci sono parole. E’ uno dei giocatori più forti del campionato, un giocatore d’impatto, di energia. Io sono innamorato di questi giocatori, mi piacciono i giocatori che si allenano forte, che danno l’anima, perchè io sono uno che quando allena dà l’anima, quindi pretendo che i giocatori la pensino come me.
Luca Di Tizio. E’ un altro giocatore di cui sono innamorato, anche se molte volte può sembrare che faccia un lavoro nascosto. Sono contento di lui perchè secondo me ha fatto un grandissimo campionato. E’ un giocatore di energia, i compagni a volte lo chiamano “il soldatino” per la sua costante applicazione. Luca è un grande professionista, un giocatore super, che vorrei avere ogni anno.
Silvio Marinaro. Le arrabbiature che mi ha provocato quest’anno sono tante, perchè penso che abbia dei mezzi incredibili. Potrebbe essere uno degli esterni più forti del campionato ma purtroppo lui non li mette a disposizione costantemente. A volte ti da l’impressione di giocare al 50%. Quando ha giocato al 100% è stato immarcabile, ma giocare a pallacanestro ci vuole anche altro. Come giocatore non lo discuto, se mettesse in campo sempre tutto quello che può dare, anche negli atteggiamenti, sarebbe preszioso. E’ un bravissimo ragazzo, ormai lo conosco bene mami piacerebbe che cambiasse atteggiamento.
Vittorio Ierbs. Io sono contento della sua stagione. E’ uno di quei giocatori che l’anno scorso metteva poco il piede in campo e quest’anno ha giocato di più. All’inizio ha avuto qualche problema perchè pensava di giocare tanto, ma più pensava di giocare tanto meno giocava. Quando ha capito quale fosse il suo ruolo all’interno di un gruppo il suo minutaggio è salito. Per quelli che sono stati i suoi comportamenti di fine anno sono contento.
Matteo Marinelli. Un altro giocatore che ha dimostrato dal suo arrivo di essere un guerriero. Ha voglia di allenarsi, forte tecnicamente ed è ragazzo da 10 e lode, sia come giocatore che come persona.
Il gruppo degli under: Sono contento perchè ci hanno dato una mano, tranne per la sfortuna che ha avuto Alessio Salvatorelli che mi auguro possa rientrare. L’unica cosa che mi piacerebbe chiedere ai ragazzi è di stare più con i piedi per terra. Oggi allenarsi con la prima squadra e non giocare non deve essere presa come una cosa negativa, perchè è un percorso che tutti quanti hanno fatto. Io a 16 anni mi allenavo con la serie A, la serie B, ed ero contento di stare lì anche a guardare dalla panchina. Poi se uno è bravo col passare degli anni l’opportunità arriva.
Luigi Cicchini. E’ il mio braccio destro in tutti i sensi. Ha la Vasto Basket sulla pelle, qualsiasi problematica è pronto a risolverla, è uno che sente le partite come le sento io, quindi di Luigi sono davvero felice. E’ una persona eccezionale, che ha fatto tutto, non averlo sarebbe un grosso limite.
Andrea Ialacci. il termometro del preparatore fisico sono gli infortuni e devo dire che è andata molto bene. Ha fatto un grandissimo lavoro. Con i giocatori ha instaurato un rapporto di fiducia, non ci sono mai stati problemi.